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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2014 alle ore 06:39.
Il «muro» politico
che ha frenato
la crescita dell'Italia
Ho letto sulla stampa, e ascoltato nella trasmissione "Otto e mezzo", le critiche di Pierluigi Bersani e Massino D'Alema sull'operato di Matteo Renzi. È stato ribadito il dissenso al Patto del Nazareno. Bersani ha addirittura proclamato che questo accordo sta facendo esclusivamente gli interessi di Berlusconi. Mi chiedo allora cosa sia servito il "muro contro muro" attuato negli ultimi trent'anni tra Sinistra e Destra. Questo clima ha prodotto poco per gli italiani, ma ha consentito al presidente di Fi/Pdl di mantenere compatto il suo partito e ottenere molto per lui, e per le sue aziende, come le leggi ad personam. Certo, la Sinistra era prontissima a seguire e stigmatizzare Silvio Berlusconi anche per vere e proprie sciocchezze. Ma forse valeva la pena comportarsi secondo il detto "non ti curar di lor, ma guarda e passa", e proporre agli italiani reali/valide alternative. Preferirei anch'io che Renzi trattasse con un leader diverso dall'ex-cavaliere, ma gli avversari non se li può scegliere e diventa necessario "fare di necessità virtù". Mi piacerebbe anche che, parlando del segretario del partito, D'Alema evitasse l'(altezzosa) ironia e Bersani la (falsa) bonomia!
Daniele De Antoni Migliorati
Sul tono delle critiche di Bersani e D'Alema a Renzi c'è poco o nulla da dire. Nel senso che ciascun politico ha il suo stile ed è evidentemente libero di esercitarlo come vuole, fermo restando però che anche in questo caso - per riprendere le sue parole- Renzi non può scegliersi le tonalità dell'opposizione interna al Pd. A cosa sia servito il "muro contro muro" tra sinistra e destra in particolare negli anni del berlusconismo me lo chiedo anche io: quello di Berlino cadde venticinque anni fa, e l'Italia per vent'anni ne ha eretto un altro. Ed è forse utile notare che il nostro Paese non cresce proprio da due decenni, quelli appunto del muro "Berlusconi sì, Berlusconi no". Decisamente, sarebbe stato comunque più produttivo (riconoscendo la sinistra che il caso Berlusconi era un dato politico di fondo del sistema-Italia e non un fenomeno passeggero) un confronto non pregiudiziale e magari più duro nel merito, conflitti d'interesse compreso. Non ci sarebbe stato il nostro muro, e forse avremmo avuto più crescita.
@guidogentili1
Crisi economica e vertici mondiali
I vertici mondiali come il G7 dimostrano tutta la sapienza politica del celebrare il nulla . Queste kermesse servono soltanto ai vari leader che fanno meravigliose dichiarazioni che poi purtroppo da vent'anni non sono mai seguiti da fatti concreti! Tutto questo ambaradan costruito con dosaggi equilibratissimi , assecondando equilibri interni ed esterni, serve per non farci capire che non è colpa della dinamo bruciata se l'economia non parte, ma del motore che è fuso .
Lettera firmata
Reato di immigrazione clandestina
Perché nessuno dice che in Italia il reato di immigrazione clandestina è tuttora previsto dalla legge? Come ha confermato di recente la Corte di Cassazione , il reato esiste ancora perché la legge si è finora limitata a prevedere una delega al Governo per la sua soppressione. Delega che (per fortuna, dico io) non è stata ancora attuata. Domanda: i magistrati che fanno?
Elio Burzi
Easyjet e l'Italia
Fa piacere sapere che "per Easyjet l'Italia rimane strategica". Speriamo che lo siano anche i passeggeri e il loro confort. Domenica 16 il volo 2789 da Malpensa a Parigi, arrivo previsto alle 20h45, è invece arrivato alle 00h12 (ormai di lunedì mattina). Per alleviare il problema la compagnia ha distribuito voucher da €4,50 (per conoscenza, al bar una lattina costa €3,20) e l'indomani si è scusata per email. Omettendo d'informare i passeggeri che per ritardi superiori alle 3 ore Easyjet è tenuta a un risarcimento di
€250,00 - che sono sicuro onorerà.
Andrea Goldstein
Parigi (FR)
Servono ancora gli scioperi?
Lo sciopero generale proclamato dalla Cgil per il 12 dicembre sarà spostato alla settimana successiva perché possa aderire anche la Uil e avere quindi più forza. Resta sempre contraria La Cisl, che ha indetto uno sciopero nazionale di tutte le categorie del pubblico impiego (dalla scuola alla sanità) per il primo dicembre. Tutto bene, ma mi chiedo: ha ancora senso fare sciopero o i sindacati dovrebbero finalmente inventarsi forme meno ottocentesche di protesta?
Giorgio Garavaglia
Milano
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