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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2014 alle ore 09:25.
L'ultima modifica è del 22 novembre 2014 alle ore 10:00.

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Ci sono nomi e prodotti che attraversano le generazioni in modo orgoglioso. Il Cebion (la vitamina C) è uno di questi. In questi giorni ha compiuto gli 80 anni e ieri mattina la presidente e amministratrice delegata del gruppo Bracco, Diana Bracco, con un piccolo evento ha voluto festeggiarne a Milano il compleanno. Sono state attribuite anche tre borse di studio a tesi di laurea sulle vitamine.

Alcuni marchi hanno perso lo smalto che avevano negli anni in bianco-e-nero, come la brillantina Linetti, l'amaro Cora o la colla Coccoina; altri prodotti sono ancora forti all'estero ma non entrano più nei ricordi delle generazioni nuove di italiani, come i formaggini Milkana. Altri marchi si sono dissolti e sopravvivono solamente nella memoria di chi ha raggiunto l'età matura, come il Moplen, le lavatrici Philco, i biscotti Talmone o la cera Liù, metabolizzati dalle vicende dell'economia e dell'industria; oppure sono stati messi al bando per legge, come i medicinali Rim e il Saridon, o come la Simpamina della Recordati le cui amfetamine erano pubblicizzate durante il fascismo. Ma rimane una legione di intramontabili che nacquero quando il materiale più innovativo era la bachelite e che hanno attraversato i decenni senza soffrire.

Qualche nome? Molti liquori (la grappa Nardini addirittura è nata sotto il governo dei dogi di Venezia) e molti alimenti (l'amarena Fabbri è del 1905) e anche la vitamina C. Nata, nei fatti, a Milano. E diventata una commodity mondiale. Oggi per la casa farmaceutica Bracco il Cebion con 3 milioni di pezzi venduti è una briciola con un giro d'affari sui 15 milioni di euro (prezzo al pubblico) su oltre un miliardo di fatturato del gruppo, ormai focalizzato sui mezzi di contrasto per la diagnostica, di cui è fra i primi al mondo. Ma il Cebion ha accompagnato l'azienda milanese dall'esordio, in qualche misura «è» la Bracco. I Bracco erano dalmati di Neresine, cittadina dalle case di pietra e dai profumi intensi fra Lussimpiccolo e Ossero sull'isola di Lussino, nel golfo del Carnaro. A Milano Elio Bracco (nonno di Diana), che aveva l'ItalMerck, mandò il figlio Fulvio appena laureato a specializzarsi alla casamadre Merck di Darmstadt, Germania. Fulvio Bracco si trovò a seguire le discussioni di un altro viaggiatore della scienza, il nobile ungherese Albert Szent-Györgyi, che fra Cambridge e la Germania aveva sintetizzato una nuova molecola, l'acido esuronico. La chiamò Ignosco ("non so"). La molecola, se avvitata verso destra, non aveva alcuna proprietà. Ma se la forma era girata a sinistra, sorpresa: era uguale a quella contenuta degli agrumi. Una di quelle amine "vitali" individuate vent'anni prima, una vitamina. Bracco, Szent-Györgyi e altri scienziati videro che era la medicina perfetta contro lo scorbuto, una malattia che tormentava i marinai. Quindi ribattezzarono il composto come acido ascorbico e indovinarono un nome commerciale, Cebion.

Con in tasca la formula, il nome commerciale Cebion e una licenza della Merck, Fulvio Bracco tornò a Milano e nell'autunno 1934, prima della casamadre in Germania, avviò primo al mondo la produzione e vendita del nuovissimo ritrovato. Il marchio Cebion è sempre rimasto alla Merck. Tre anni dopo Szent-Györgyi vinse il Nobel per la medicina; antinazista, fu perseguitato; partecipò alla resistenza e alla nascita dell'Ungheria socialista; fuggì negli Usa. «Sono passati 80 anni – osservava ieri Diana Bracco – ma la vitamina C ha retto alla prova del tempo, mantenendo sempre saldo il rapporto con i consumatori». Per millenni, da Ippocrate, lo scorbuto era stato un mistero. Dolori insostenibili e piaghe alle gambe; gengive gonfie da spavento e caduta dei denti; e poi la morte. Finché i marinai viaggiavano nel Mediterraneo, con soste frequenti per rifornire le navi, era un morbo raro. Ma dopo Cristoforo Colombo i viaggi oceanici senza cibo fresco per mesi furono tormentati dallo scorbuto che sterminava gli equipaggi. Solamente nel '700 si scoprì che il succo di limone ne alleviava i sintomi. Poi si scoprì che l'acido ascorbico è anche un ottimo antiossidante per gli alimenti (è uno degli additivi più diffusi). Lo scienziato Linus Pauling sostenne che la vitamina C debella il cancro: non è vero, ma secondo studi nuovissimi riduce i casi di asma tra i figli di fumatrici. Contiene le ustioni. Contrasta il raffreddore. Migliora l'umore dei malati perché attiva la dopamina idrossilasi. Regola le fibrillazioni atriali in chi ha il bypass. Combatte il tumore alle ovaie (un etto per endovena al giorno). Contrasta il diabete B. Accelera la cicatrizzazione.
Il Cebion in una cosa però non funziona. Ha liberato l'umanità dalla piaga dello scorbuto ma non dagli scorbutici.

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