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Questo articolo è stato pubblicato il 25 novembre 2014 alle ore 06:39.

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Non ci sono certo soluzioni facili per i gravi problemi dei conti pubblici italiani, ma penso che uno dei punti necessari da affrontare sia quello dell'evasione fiscale.

Allora perché non puntare di più sulle imposte sugli immobili, in fondo case e terreni, proprio perché “immobili”, non possono sfuggire alle attenzioni del Fisco.

Filippo Alunni

Mi chiedo perché il Governo non faccia pagare un contributo di solidarietà del 15/20% sulle pensioni d’oro incassate mensilmente da migliaia di Paperoni. Si potrebbe ridurre, anche se non molto, il debito del bilancio dello Stato. La legge di stabilità ha solo colpito i redditi immobiliari (prima casa) e i redditi di capitale e non ridotto il carico fiscale e contributivo (Inps e altri tributi) su aziende, impiegati, operai i e pensionati; ha solo “rattoppato” e non risolto il gravame della tassazione diretta per milioni di cittadini che lavorano e per le piccole e medie imprese. Già si parla di tassazione indiretta sui consumi aumentando le aliquote Iva.

Bruno Moltedo

Non mi pare che il Governo abbia in alcun modo risposto alla sollecitazione venuta dalla Cgil nei giorni scorsi di istituire una nuova imposta patrimoniale sulle grandi fortune immobiliari. Un’ imposta di questo tipo esiste in molti paesi europei e potrebbe dare sollievo ai conti pubblici .

Gennaro Gelmi

No, cari lettori, non sono proprio d’accordo. L’ultima cosa di cui ha bisogno il nostro paese è un aumento, sotto qualunque forma, della pressione fiscale. E ancora meno ha bisogno di nuove tasse, anche solo a livello di ipotesi, di proposta, di discussione. Innanzitutto non dimentichiamo che quanto proponete esiste già. Il contributo di solidarietà sulle pensioni più alte è stato reintrodotto dal Governo Letta dopo che una prima versione varato dal Governo Monti era stata bocciata dalla Corte costituzionale. Ora sulle cosiddette pensioni d’oro vi è un prelievo fiscale che supera il 60%. E anche la tassa patrimoniale esiste già, anche se mascherata sotto altre definizioni: anzi la tassazione sulla casa è quella che negli ultimi anni è stata protagonista non solo di una girandola di nomi, ma anche di sostanziali aggravi che hanno avuto, tra l’altro, l’effetto di deprimere i valori degli immobili e quindi la ricchezza reale dei cittadini.

Questo continuo parlare di aumenti delle imposte, (non tanto da parte vostra, amici lettori, quanto da parte di politici e sindacalisti) rischia soprattutto ora, ma come è già avvenuto, di avere un effetto depressivo sulla società perché, come insegnano grandi economisti come Franco Modigliani, la propensione al consumo deriva dalle aspettative che ogni persona può avere sui propri redditi e sulla propria ricchezza. E negli ultimi anni l’aumento reale delle imposte, la caduta dei valori immobiliari e le incertezze sul lavoro hanno schiacciato come mai prima la domanda interna, cioè il maggiore pilastro dell’economia italiana. Sulla casa peraltro ci sarebbe bisogno di una politica di sgravi e incentivi fiscali perchè, come sottolinea l’ultimo rapporto sull’economia globale del Centro Einaudi curato da Mario Deaglio («Un disperato bisogno di crescere», Ed Guerini e ass. pagg. 208, € 21) il rilancio dell’attività edilizia appare fondamentale per ridare all’economia italiana la prospettiva di un’uscita dalle secche della stagnazione.

gianfranco.fabi@ilsole24ore.com

Un capitalismo dai colori italiani

Ho letto con vivo interesse l’articolo di Paolo Pombeni (Sole 24ore domenica 23 novembre 2014) e trovo delle affinità storiche mondiali, con la voglia del nostro primo ministro di cambiare le cose . Ma storicizzare vuol dire ritagliare con nettezza le profondità culturali ed economiche di un paese. Nella Storia recente,cambiamenti radicali ci portano in Cina quando Mao Tse –tung proclamò la cinesizazzione del marxismo, che oggi viene chiamato capitalismo di popolo . Il nostro piccolo «timoniere» Matteo Renzi dovrebbe come magnus imitatio , proclamare la italianizzazione del capitalismo che poi i posteri chiameranno il capitalismo dai colori italiani o meglio capitalismo senza rendite di posizione .

Lettera firmata

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