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Questo articolo è stato pubblicato il 31 dicembre 2014 alle ore 09:37.
L'ultima modifica è del 31 dicembre 2014 alle ore 15:12.

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Il 2014 è stato l'anno del Jobs Act. Il 2105 sarà l'anno dell'Ita­ licum?Ci son o riforme che sono allo stesso tempo sostanziali e simboliche. La riforma elettorale, come quella del mercato del lavoro, è una di queste. La Seconda Repubblica è cominciata con un re­ ferendum e con una riforma elettorale condivisa. Era il 1993 quando fu approvata a larga maggioranza la legge Mattarella. È molto probabile che il 2015 sarà l'anno dell'Italicum.

La riforma costituzionale seguirà. Dopo un anno di trattative e di passaggi parlamentari la nuova legge elet­ torale è vicina al traguardo. Ma non è detto che dietro l'angolo non si nasconda ancora qualche sorpresa, complice l'elezione del nuovo capo dello stato.
Fin dal suo inizio tutta la vicenda di questa riforma è stata costel­ lata di sorprese.Basti pensare che dell'Italicum non c'è traccia nel primo annuncio che Renzi fece ai primi di gennaio 2014 sul suo pro­ getto di riforma elettorale. Lo stesso annuncio fu una sorpresa. L'allor asegretario de lPd non propose un unico modello di sistema elettorale ma addirittura tre.La ri­forma è partita così, con un menu di tre scelte che avevano però un ingrediente comune: la disproporzionalità. I tre modelli, ognuno in modo diverso, erano congegnati in modo tale da favorire la trasformazione della minoranza più grande di voti in maggioranza assoluta di seggi. Da allora molte cose sono cambiate ma non questo elemento centrale della riforma. Nel primo modello la trasfor­mazione era affidata alla combinazione di circoscrizioni elettorali mediamente piccole e di un premio di maggioranza limitato. Era una specie di sistema spagnolo. Il secondo modello era in so­ stanza la vecchia legge Mattarella. Qui l'elemento disproporzionale era rappresentato dai collegi uninominali. La differenza con la versione originale stava nel fatto che una parte del 25% di seggi proporzionali veniva utilizzata per dare un premio al partito maggiore. Il terzo modello era una revi­sione del vecchio porcellum boc­ciato dalla Consulta. Era un siste­ ma proporzionale con un premio di maggioranza limitato e assegnato in un turno solo al partito o alla coalizione con più voti a con­dizione che i voti ottenuti arrivassero a una certa soglia.
Questa era l'offerta fatta da Renzi ai partiti in Parlamento. Al dilà delle considerazioni sulla opportunità di approvare le regole del gioco con un largo consenso il premier sapeva di non avere i voti per far passare la riforma contando solo sul Pd o sulla maggioranza di governo. Troppe le divisioni nel suo partito.E troppo rischioso affidars i ai voti di un piccolo parti­to come il Ncd di Alfano.Occorre­ va l'appoggio di M5s o del Pdl/ Forza Italia, gli altri due partiti usciti dalle elezioni del 2013 con una rappresentanza parlamentare a due cifre. Il M5s non era disponibile. Lo sarebbe stato molti mesi dopo, ma non in quel momento. Lo fu invece Berlusconi. E così che nasce il patto del Nazareno. Ma il bello deve ancora venire. Quando Renzi e Berlusconi si incontrano il 18 Gennaio nella sede del Pd l’Italicum non é sul tavolo. Nei giorni predenti era stato raggiunto un primo accordo sul modello simil-spagnolo, maera stato abbandonato dopo un violento fuoco di sbarramento sollevato da tutte le parti. L’accusa era quella di eccesso di disproporzionalità con annessa presunta incostituzionalità. Restavano gli altri due modelli, ma in realtà uno solo. Infatti il nuovo Mattarellum non é mai stato preso in considerazione data la netta ostilità di Berlusconi ai collegi uninominali. Quindi, quando il 18 gennaio Renzi e Berluusconi si sono incontrati la trattativa verteva sul porcellum rivisitato. Ma alla fine di quell’incontro non c’é accordo.
Renzi in conferenza stampa parla di sintonia. Ma l'accordo non c'è perché il segretario del Pd – a sorpresa ­ tira fuori dal cappel­lo una richiesta che in precedenza era stata nettamente scartata da Verdini: il doppio turno. Su collegi uninominali e doppio turno c'è sempre stato un veto da parte di Forza Italia. Renzi lo sa ma ci prova. Verdini non è presente e Berlu­ sconi non dice di no. Deve consultarsi però con l'esperto Verdini che vorrebbe dire di no, ma alla fine ­ nei giorni immediatamente successivi all'incontro del Nazareno dirà ­­ di sì. Così nasce l’Italicum. Ma le sorprese non sono finite. L'Italicum del Nazareno viene approvato alla Camera a marzo.È un buon sistema elettorale ma ha parecchi difetti che sono frutto di complicati compromessi politici. Le soglie per i partiti che non vogliono coalizzarsi sono troppo alte (8%), la soglia per ottenere il premio al primo turno è troppo bassa (37%), la maggioranza di seggi assegnata a chi vince al se­ condo turno è risicata(321su630). Soprattutto il nuovo sistema, come il vecchio porcellum, prevede che il premio possa andare anche a una coalizione e non solo a un partito. Questo è un elemento considerato irrinunciabile da Forza Italia che ­ grazie ad esso e alle soglie scontate ­spera di poter rimettere insieme i pezzi dispersi del centro­destra. Passa l'estate del 2103. L'Italicum è parcheggia­ to al Senato. A settembre Renzi e Berlusconi si incontrano di nuo­ vo. Questa volta a PalazzoChigi. E di nuovo Renzi sorprende il Cavaliere. Il premio alla coalizione non gli va più bene e non gli vanno bene nemmeno le liste bloccate e lo schema verdiniano delle soglie scontate. Vuole un sistema più semplice,ma sempre con premio e doppio turno. Berlusconi accetta con grande scandalo non solo di Verdini ma di molti dei suoi. Per­ ché accetta? Non si sa bene.I motivi sono diversi, personali e politici. Il fatto è che a Palazzo Chigi nasce l'Italicum 2. Quello che verrà discusso in aula al Senato a partire dal 7 gennaio. E’ passato un anno dal primo annuncio di Renzi. Un tempo molto più lungo di quello anticipato allora dal premier. Il Renzi della prima ora, quello ancora ignaro delle complessità delle procedure parlamentari, pensava di portare a casa la riforma in tempi molto più stretti. Non é andata così, ma la meta é vicina. Questa é in breve la storia dell’Italicum. Un storia per tanti versi emblematica.

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