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Questo articolo è stato pubblicato il 04 gennaio 2015 alle ore 13:24.
L'ultima modifica è del 04 gennaio 2015 alle ore 15:17.
La tubatura sotterranea che alimenta di cherosene l'aeroporto di Fiumicino e i suoi aerei è stata sequestrata. Perdite di carburante avevano inquinato alcuni rivi tra Arrone, Maccarese e Palidoro. La notizia più rilevante è il motivo delle perdite. Ladri di cherosene. Prima lettura sociale. L'Italia non è attrezzata per proteggere le sue mille e mille infrastrutture indifese che una volta nessuno avrebbe danneggiato.
Le vittime di questi fatti sono i cittadini, l'ambiente e l'azienda, che viene punita per ciò che non ha commesso e che non può impedire: lo sforzo deve essere di tutti, anche delle istituzioni. Seconda osservazione. In Nigeria, nell'area di Port Harcourt, il panorama petrolifero è punteggiato da fiamme fumose in mezzo alla foresta; visti dall'elicottero i colori della terraferma sono a macchia-di-leopardo in senso non astratto: enormi chiazze nere di greggio là dove ladri disperati bucano gli oleodotti, riempiono una cisterna e poi via, abbandonano la falla a gorgogliare petrolio sul terreno per giorni e settimane.
A Fiumicino i ladri di cherosene non hanno la dimensione eroica o tragica di alcuni (pochi) criminali, né sono disperati come i loro consimili nigeriani. Chi inquina fiumi e mari per riempire di cherosene una cisterna è solamente, e solennemente, imbecille. (J.G.)
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