Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2015 alle ore 10:45.
L'ultima modifica è del 11 gennaio 2015 alle ore 10:56.

My24

Laportata e il significato dei tragici fatti di sangue di Parigi, nonostante le divergenti e contraddittorie interpretazioni che provengono da ogni dove, meritano una più meditata riflessione di quanto oggi non sia ancora possibile fare.

Nel cuore dell’Europa pare essere ritornato improvvisamente quello “stato di natura” descritto da Thomas Hobbes, una guerra di tutti contro tutti, e comunque una situazione di insicurezza generale. Considerare questo fenomeno alla stregua di un puro atto terroristico è sicuramente
riduttivo.

Il contesto politico nel quale questa sanguinosa battaglia ha avuto luogo suggerisce la strisciante esistenza di un conflitto mondiale, reso ancor più dirompente dalla globalizzazione economica, con le sue profonde disuguaglianze. L’ideologia dominante che si è affacciata al nuovo millennio ha via via ridotto il potere e la sovranità degli Stati, scardinando alcuni principi delle democrazie liberali. Gli Stati stessi, da fonti del diritto sono diventati meri esecutori di una governance tanto generica quanto vaga.
Fu già Hegel a rilevare che quando il diritto privato ha il completo sopravvento sul diritto pubblico e lo Stato arretra di fronte agli interessi dei privati, la decadenza dei sistemi politici minaccia le stesse basi della civiltà.

La sostituzione della governance alla norma giuridica produce un sistema mondiale privo di ordine e di coerenza. È quel che è avvenuto anche nell’ambito del diritto internazionale.

Dove le grandi istituzioni, nate nel secondo dopoguerra, come le Nazioni Unite, atte a garantire un diritto cosmopolitico internazionale di piena effettività diretto ad assicurare la pace nel mondo, sono state sostituite da varie organizzazioni di natura plurilaterale. Tra queste, quella di maggior rilievo, dominata dagli Stati Uniti, è la Nato che, come ha sostenuto giustamente John Mearsheimer sull’ultimo numero di Foreign Affairs, è certamente, a causa del suo allargamento ai vari Stati confinanti con la Russia, motivo di nuovo conflitto, alla base della reazione in Ucraina e dell’annessione della Crimea da parte di Putin, in preventiva difesa dell’imperialismo russo. Fenomeno di guerra generalizzata che, pur completamente diverso dai fatti di Parigi, si inserisce nella medesima disordinata cornice.

Ma il caso più clamoroso è la subalternità degli Stati, soprattutto in Europa, fortemente indebitati, la cui operatività di politica economica, completamente privatizzata, è costretta ad adottare misure di austerità sog-gette ai voleri dei creditori e dei loro diritti contrattuali, di cui si fanno interpreti l’opacità dei mercati ed i suoi protagonisti, dagli hedge funds, alle società di rating, ai fondi sovrani, nel marasma dei loro conflitti di interessi.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi