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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2015 alle ore 07:15.
L'ultima modifica è del 21 gennaio 2015 alle ore 08:23.

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Denti 1. A chi appartenevano i duemilioni e settecentoquarantaquattro denti ritrovati dentro tre casse nel 1903 sull'Isola Tiberina a Roma?
Ai pazienti di fra' Giovanni Battista Orsenigo, che nel 1868 aveva aperto sull'isola un gabinetto dentistico. Era famoso perché estraeva i denti a mani nude, dopo aver massaggiato le gengive infiammate per attenuare dolore e paura. Per rinforzare le dita, si esercitava ogni mattina con una mazza ferrata pesante vari chili. Il servizio era gratuito per i poveri, ma estrasse denti anche a Giosuè Carducci, alla regina Margherita di Savoia, a Quintino Sella, al figlio di Garibaldi, a papa Leone XIII. Per cinque anni fu a Firenze e nell'ospedale di San Giovanni di Dio, in Borgo Ognissanti, era stato notato dal chirurgo fra' Benedetto Nappi, che Fogazzaro immortalò nelle pagine di Malombra.

Denti 2. Che fine hanno fatto i milioni di denti che fra' Orsenigo estrasse in trentacinque anni di attività?
Dopo essere stati contati furono scaricati nel Tevere. Negli anni Trenta del Novecento era corsa voce che fossero stati sparsi come brecciolino nei vialetti dell'isola. Fu esaminato il brecciolino e i denti c'erano davvero. Ma non erano quelli accumulati da Orsenigo.

Omosessuali. Dove si sposavano gli omosessuali romani al tempo di Montaigne?
Nella chiesa di San Giovanni a Porta Latina. Scrive Montaigne, il 18 marzo 1581 nel suo Viaggio in Italia, che nella chiesa «certi portoghesi avevano fondato qualche anno fa una strana confraternita: si sposavano con le medesime cerimonie che noi usiamo per il matrimonio […] e poi abitavano insieme». La confraternita venne sciolta il 20 luglio 1578 in seguito all'arresto di undici persone, tutte di sesso maschile. Il 2 agosto la notizia fu riportata in una lettera dall'ambasciatore veneto a Roma, che parla di «undeci fra portoghesi e spagnuoli, i quali adunatisi in una chiesa ch'è vicina a San Giovanni in Laterano si maritavano l'un coll'altro congiungendosi insieme come marito e moglie». Seguì processo, condanna a morte e impiccagione di otto omosessuali a ponte Sant'Angelo (13 agosto 1578).

Vaso. Chi fu sorpreso, la mattina dell'8 marzo 1839, a svuotare il vaso da notte dalla finestra?
Nikolaj Gogol'. Lo racconta lo storico Michail Petrovič Pogodin, ospite dello scrittore russo in via Felice 126 (oggi via Sistina n.d.r.): «Salii un'ampia scala, spalancai la porta e vidi che in quel momento vuotava dalla finestra un enorme vaso formando un vero e proprio torrente. Rimasi di stucco. “Scusa ma che fai?” “Porta fortuna” mi rispose con la massima serietà, slanciandosi ad abbracciarmi».

Fellini. Dove si perse Federico Fellini nel 1933, quando insieme allo zio materno visitò Roma per la prima volta?
Nelle catacombe di San Callisto. Aveva tredici anni. Le guide gridavano: «Ragazzo riminese sperduto nelle catacombe». Il regista lo ricordava come un incubo che si protrasse per un quarto d'ora.

Michelangelo. Dove trovò Michelangelo i modelli per santi, beati e dannati ritratti nel Giudizio Universale?
Nelle stufe, bagni turchi molto promiscui e simili a bordelli, dove si praticavano anche trattamenti estetici e di bassa chirurgia come i salassi con le sanguisughe. Molto diffuse nella Roma del Cinquecento. Le più note: a Sant'Eustachio, in via della Scrofa, in Campo Marzio, a Porta Castello. Tra le più malfamate la stufa vicina al ponte Rotto, la più famigerata in assoluto quella dei tedeschi nella zona del Parione.

Notizie tratte da: Lauretta Colonnelli, Conosci Roma? Secondo volume, Clichy. Pagine 315, € 15

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