«Gli europei, così banali, così prevedibili…». Altro che inferiority complex dei sudamericani, il prim’attore di un teatro d’avanguardia, a Rio de Janeiro, irrompe in scena con grande forza espressiva: «La brasilianità è una categoria dello spirito, una delle più elevate». È così. L’impasse che vive la politica brasiliana non preoccupa più nessuno, almeno fino a settembre, quando saranno terminati i Giochi e i commenti nei botequim, i bar di Rio. Per ora conta lo sport e la bellezza. Grandeza è beleza, si dice nelle scuola di samba. La coreografia, ad esempio: per un europeo basta dire “coreografia”. Per un brasiliano, proprio no: deve essere coreografia emotiva! Quella di oggi, nel giorno dell’inaugurazione dei giochi, pare lo sia.
Vogliamo parlare del lirismo della bossa nova? Un cocktail composto dal ritmo del samba più l’armonia del jazz moderno. L’aria delle città tropicali, di Rio in particolare, sa di mare, gasolio e frutta troppo matura. Nelle prossime due settimane, a sostenere gli atleti in gara, ci saranno i nipoti degli europei, gli afro-discendenti, i giappo-paulistani – ovvero i nikkey – e persino gli indigeni. In una parola, i brasiliani.
La cultura carioca non nasce né dalla mitologia né delle divinità, le adotta in seguito, non in funzione della mistica, ma della festa e del rito. E anche la politica, impensabile ipotizzare il contrario, ne viene toccata.
Nel pieno di una grave crisi istituzionale il presidente “facente funzioni” Michel Temer, avvocato, 75 anni, è molto chiacchierato non solo per la moglie Marcela Tedeschi, di origine italiana, 33 anni, 42 meno di lui. Leader del Pmdb, partito di centro, Temer è uno dei principali registi dell’impeachment di Dilma Rousseff, la presidenta sospesa a metà del suo secondo mandato per aver approvato una legge di bilancio in cui i conti dello Stato hanno subito qualche.... correzione migliorativa. Nei prossimi mesi il Senato dovrà confermare o prosciogliere Rousseff dall’impeachment. Intanto però il presidente Temer potrebbe essere destituito dall’incarico per un suo coinvolgimento nel solito giro di megatangenti tra Petrobras, partiti e grandi imprese. Un caso di corruzione molto estesa sfociato in una crisi istituzionale. Ebbene, nei giorni di una gigantesca sopraesposizione mediatica il presidente Temer, ispirato da alcuni supporter, ha dichiarato di sentirsi “corrupto, mas integro”. Corrotto ma integro. Non è necessario scomodare nessun linguista, tutto chiaro.È una bellissima figura retorica: l’ossimoro. In chiave carioca, ça va sans dire.
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