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Mps, l'ipotesi di intervento pubblico senza decreto

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la questione bancaria

Mps, l'ipotesi di intervento pubblico senza decreto

Marka
Marka

Nuovi scenari nell’operazione Mps, che consiste nella cessione di un portafoglio di Npl con valore di 27,7 miliardi e la creazione di una good bank con aumento di capitale di 5 miliardi. Con tempistiche che vanno riviste e con la ncessità di trovare soluzioni alternative, estendendo la gamma delle ipotesi sul tavolo. Così in aggiunta al decreto legge, che è uno strumento “pesante” nei tempi e nei contenuti, i tecnici che studiano tutte le variabili in campo stanno considerando anche l’opportunità di poter ricorrere a un provvedimento “snello”, nel momento in cui servisse un impegno del Tesoro a intervenire con l’acquisto di strumenti di capitale della banca o con un’iniezione di fondi propri.

In base all'art. 32(4)(iii) della direttiva BRRD, in presenza di certe condizioni, lo Stato può sottoscrivere strumenti computabili nei fondi propri emessi da una banca (“iniezione di fondi propri”) o, comunque, procedere all'”acquisto di strumenti di capitale” della banca stessa senza che ciò comporti la necessità di considerare la banca in dissesto o a rischio di dissesto e, quindi, potenzialmente assoggettabile a risoluzione (bail-in e/o burden sharing), come di regola dovrebbe accadere quando una banca riceve risorse pubbliche. Proprio in virtù dell’esistenza di questo impianto della BRRD già in vigore, e recepito in pieno dalla normativa italiana, il Tesoro potrebbe e dovrebbe essere in grado di varare alla svelta un provvedimento diverso dal decreto legge che si limiti a confermare la capacità e la volontà dello Stato italiano di intervenire nell’aumento di capitale del Monte, nell’ambito della direttiva e delle norme europee esistenti: senza mettere nero su bianco l’importo dell’impegno che sarebbe poi blindato in un decreto legge con approvazione in Parlamento.

L’operazione Montepaschi è finita in un limbo:  è in attesa di tre eventi (1) la comunicazione formale della Bce sulla proroga o meno della scadenza ultima del 31 dicembre 2016; 2) la formazione del governo ; 3) la conferma dell’impegno degli investitori internazionali sottoscrittori nel consorzio dell’aumento di capitale sul mercato). In questo contesto, tutti gli scenari sono possibili, fermo restando che lo scenario di base è quello di portare avanti un’operazione di mercato. Stando a fonti bene informate, questa è l’ipotesi numero uno sulla quale ancora ieri si lavorava, con l’intenzione di lavorarci anche oggi. L’operazione è tuttavia in costante evoluzione, e gli scenari possono cambiare di ora in ora. In questo contesto, i tecnici stanno valutando la possibilità di utilizzare uno strumento con tempi e contenuti meno “pesanti” rispetto a quelli del decreto legge per utilizzare la rete di sicurezza finalizzata a un aiuto di Stato di supporto finanziario straordinario in assenza di dissesto e di risoluzione.

La Bce, come temono i più, potrebbe comunicare formalmente all’inizio della prossima settimana (tra lunedì pomeriggio e mercoledì mattina) di aver respinto la richiesta di proroga dell’aumento di capitale, imponendo come data ultima per l’operazione il 31 dicembre. Verso fine anno, i libri degli investitori chiudono e soprattutto quest’anno (alla luce di Brexit, l’elezione inaspettata di Trump, la turbolenza politica italiana post-referendum e il QE allungato ma alleggerito dalla Bce) la voglia di mettere fine all’annata è tanta. Il 2017 si presenta già ricco di incognite: elezioni in Germania, Francia, Olanda e fors’anche Italia con chissà quale legge elettorale. Il contesto per lanciare sul mercato l’aumento di capitale del Monte è dunque difficile ed è complicato ulteriormente dalla vicende italiane, contestuale alla formazione di un governo che richiede passaggi e tappe obbligati. Per questo, con l’obiettivo di rispettare i tempi imposti dalla Bce e di evitare di compromettere il futuro della Banca e garantire il buon esito dell’aumento di capitale, con o senza il Tesoro, un provvedimento più snello di un decreto legge, se attuabile e conforme a tutte le regole italiane ed europee, sarà messo nel cassetto. Pronto all’uso in caso di necessità.

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