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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2012 alle ore 07:00.

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Come si può razionalizzare l'Enit e limitare le duplicazioni di enti pubblici?
E' mia intenzione rilanciare e valorizzare l'Enit.
L'Enit deve consolidarsi come braccio operativo delle Regioni per la promozione dell'offerta turistica italiana all'estero. Evitare le duplicazioni di enti pubblici rientra tra le priorità del Governo e da parte mia c'è il massimo impegno perché si ottimizzino – di concerto con altri Ministeri - gli strumenti già esistenti al fine di intercettare i nuovi flussi del turismo internazionale.
Il turismo può essere una delle leve per la crescita del nostro paese.
Per darLe un'idea, a quota di mercato costante, i flussi possono portare il contributo del settore al PIL italiano dall'attuale 13%, al 18% nel 2020, con la creazione di circa 1,6 milioni di posti di lavoro.

Come si possono liberare più risorse per il settore?
E' centrale la collaborazione tra Stato e Amministrazioni locali, per questo ho convocato il Comitato permanente di coordinamento in materia di turismo, costituito presso la Conferenza Stato-Regioni, che ha avviato un cantiere proprio sul tema dell'utilizzo coordinato di tali risorse.
E' altresì necessario concentrarsi su un numero ridotto di progetti integrati. Penso soprattutto ai Programmi cofinanziati dai Fondi strutturali della UE – per i quali stiamo collaborando con il Ministro Barca.
Occorre un impegno di sistema per l'utilizzo ottimale delle poche risorse disponibili.

Cosa si può fare per il rilancio degli investimenti?
Il tema fondamentale è quello della Governance. In Italia la competenza esclusiva per il turismo è delle Regioni – e ciò consente di valorizzare le specificità del territorio – ma nel frattempo il mercato si è globalizzato e quindi serve una politica dell'industria turistica a livello paese che possa rilanciare gli investimenti necessari ad affrontare questa dimensione mondiale. E' importante che ci siano sinergie di sistema. Stiamo definendo d'intesa con le Regioni una serie di iniziative che mirano sostanzialmente a favorire l'afflusso del nuovo turismo, quello che nei prossimi 10 anni contribuirà a portare il giro d'affari mondiale dagli attuali 800, a 1400 miliardi di dollari. Stiamo studiando la domanda, soprattutto nei paesi BRIC, per poter adeguare al meglio l'offerta. A questo fine serve uno sforzo sulla qualità delle strutture ricettive e sulla formazione degli addetti del settore. Vanno valorizzati i distretti e create reti di qualità e di eccellenza territoriale. Il Dl semplificazioni prevede la possibilità di destinare a scopo turistico i beni sequestrati alla criminalità organizzata. Una misura che ha un forte valore anche simbolico per il Sud e per l'imprenditoria giovanile. Promuoveremo accordi e convenzioni con le banche per favorire e agevolare l'accesso al credito delle cooperative di giovani.

Che cosa pensate della tassa di soggiorno?
La tassa di soggiorno deve essere considerata uno strumento di scopo, in cui proventi devono essere reinvestiti per lo sviluppo del settore, nei territori in cui la tassa viene riscossa.

Fisco: Si può arrivare quanto prima possibile a una omogeneità delle aliquote Iva a livello europeo?
Un'aliquota IVA unica per le imprese turistiche a livello europeo è auspicabile. Tuttavia è da evidenziare che le imprese ricettive italiane già godono di una aliquota IVA agevolata (10%, oggi 11%) e che, se pure in Francia e Spagna le aliquote sono più basse, in molti altri Paesi europei le attività sono gravate dell'aliquota IVA ordinaria. Per valutare il reale livello di competitività della nostra offerta, occorre prendere a riferimento l'intero sistema fiscale ed i costi degli oneri sociali, sui quali il Governo ha operato e sta operando delle scelte di carattere generale. La fase economica complessa non ci permette oggi di variare i saldi ma il tema è centrale e da parte nostra c'è la volontà di affrontarlo appena sarà possibile.

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