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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2012 alle ore 07:01.

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Forte dei Marmi (Ansa)Forte dei Marmi (Ansa)

Sotto l'occhio curioso dei turisti, che non mancano mai e dei residenti, che li hanno fatti sentire come a casa, sei giovani scultori russi la scorsa estate hanno modellato il marmo di Carrara sentendosi, per 10 giorni, dei piccoli Michelangelo. Una metafora – il Festival della cultura russa 2011 a Forte dei Marmi – che più di mille parole testimonia quanto sia lontano il fraintendimento dell'anno precedente, quando il sindaco Umberto Buratti dovette precipitarsi in fretta e furia a Mosca per smentire la falsa notizia del blocco delle vendite immobiliari in questa perla versiliana di 7.760 abitanti distribuiti in 9 km quadrati. Il piano-casa, infatti, riguarda solo i residenti che acquistando, si impegnano a non vendere le nuove case per 20 anni.

Quel momento è superato e il modello-Forte – racchiuso in quattro parole: accoglienza, rispetto dell'ambiente, sobrietà e legalità – torna alla ribalta. «Le racconto un episodio – si lascia andare il sindaco Buratti – di alcuni mesi fa, quando una ricca 65enne newyorchese, che da tanti e tanti anni viene in Versilia, mi chiese di partecipare ad una festa in albergo dove aveva dato appuntamento a un centinaio di ospiti statunitensi, arabi, ucraini, russi e di molte altre nazionalità. Nel corso della festa una giovanissima americana si avvicinò per chiedermi di congelare per sempre la bellezza della mia città. Solo così sarebbe diventata il luogo dove far passare le vacanze, in futuro, anche ai suoi figli».

La pace con i russi è fatta e oggi – quando la crisi morde anche il mercato immobiliare – Forte dei Marmi torna ad essere il paese "globale" a misura d'uomo (uomo quantomeno benestante). «Anche i russi, che con gli ucraini hanno rappresentato l'ultima ondata dei nuovi ricchi – spiega Buratti – hanno capito che qui si gira in bicicletta. Magari vecchie e arrugginite come quelle sulle quali pedalano Massimo Moratti e sua moglie Milly che qui sono di casa».

Comunque la si giri i riflettori di questa cittadina si accendono sui miliardari e sui milionari che arrivano dall'Est Europa e dai Paesi extracomunitari e il modello sembra reggere alla crisi. «Le do un dato che la farà riflettere», dice il sindaco riferendosi alle statistiche di una società che opera in regime di duty free shop. «Da gennaio a ottobre 2011 – afferma – il volume delle transazioni, rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente, è aumentato del 23 per cento. E l'anno prima, rispetto al 2009, per lo stesso periodo temporale, era già aumentato di circa il 20 per cento. A spendere, oltre agli italiani e agli europei, sono loro: i popoli dell'Est Europa, gli arabi e gli americani».

I commercianti seguono fedelmente il canovaccio del sindaco che, essendo un commercialista, sa far bene di conto. Per tutti parla Antonio Morini, presidente della locale Confcommercio. «È vero, la scorsa estate abbiamo ancora assistito a un aumento dell'acquisto free tax – dice nella sua bella oreficeria in centro – e posso confermare che lo stile di Forte dei Marmi contagia chi viene da noi a trascorrere il proprio tempo. Vede, siamo stati culturalmente forgiati dall'imprenditoria del Nord che qui è venuta dagli anni Sessanta in punta dei piedi e con gran rispetto dell'ambiente. La borghesia settentrionale non ha preteso cementificazioni ma verde, grandi parchi e ville signorili. Non a caso, da ragazzi, ci rivolgevamo a loro chiamandoli "signori" perché tali erano. Discreti e a modo, bresciani, bergamaschi, milanesi, parmigiani e via di questo passo, non hanno mai ostentato ricchezza. Arabi, russi, ucraini, americani che qui villeggiano o comprano casa si adattano alla perfezione». Allora le favolose mance lasciate ai ristoratori sono frutto di leggende metropolitane? «Sono eccezioni – conclude Morini – che confermano una regola fatta di buona educazione».

In questo quadro qualche ombra viene proprio da quel settore, l'immobiliare, che due anni fa preoccupava i russi spaventati dall'idea di non poter più comprare casa a Forte dei Marmi. La conferma giunge da Walter Marcinnò, proprietario di una società che vende immobili da sogno in tutta Italia. A Forte ha un lungo elenco di ville che arrivano fino ai 9 milioni per 410 metri quadrati distribuiti in nove locali ad appena mezzo chilometro dal mare, con un grande parco. Fatti i dovuti calcoli sono 21.951 euro al metro quadrato. Un lungo elenco di beni immobili ma, al momento, nessuna lista di attesa. «I prezzi – spiega questo imprenditore lucchese – spaventano anche i russi che ora guardano con grande attenzione al Grossetano e al Pisano». Insomma: anche i ricchi piangono e a certi prezzi magari è comprensibile. «Guardi – si affretta a spiegare Marcinnò – che sono tutti prezzi trattabili. So di una villa proposta a sei milioni che è stata venduta per quattro. Però c'è anche da dire che...».
Frase sospesa e pressing del cronista: però cosa? «Però – conclude il ragionamento Marcinnò – c'è anche da dire che ci sono alcune agenzie compiacenti che sono disposte ad accettare denaro cash. Dichiarano un valore e il resto lo accettano in contanti ma quasi mai i proprietari che vendono sono disposti a reggere questo tipo di gioco. Di questi signorotti arricchiti, quasi sempre dell'Est europa, che vanno in giro per case e locali con la valigetta piena di denaro, non sanno che farsene».

Marcinnò si rende conto che stiamo parlando di milioni e non di centesimi. Soldi a palate che viaggiano senza regole e senza tracciabilità. Il sindaco Buratti e con lui l'intera amministrazione hanno per questo le antenne ben ritte. «Ho fatto l'alpino perché anche se siamo sul mare qui dietro abbiamo le Alpi Apuane – spiega fiero – e nella mia vita sono stato plasmato a onestà e principi sani. Non appena abbiamo sentore di qualche capitale di dubbia provenienza o di qualche personaggio equivoco la mia e la nostra collaborazione con le Autorità giudiziarie e con le Forze dell'Ordine è massima. Qui capitali mafiosi e criminali non ne vogliamo. Né russi né italiani né di altre parti del mondo. Quei soldi ci fanno schifo, lo scriva a chiare lettere». Il modello Forte dei Marmi – accoglienza, rispetto dell'ambiente, sobrietà e legalità – non lo consente.

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