Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 28 febbraio 2012 alle ore 07:00.

My24
Come trasformare in business il mercato dei «big data»Come trasformare in business il mercato dei «big data»

Parola chiave: big data. Ogni giorno gli iscritti di Facebook condividono 250 milioni di fotografie. È un'ondata di informazioni che viene archiviata nei data center, arricchita dagli utenti con i tag: sono etichette per descrivere le immagini. La diffusione dei social network ha ampliato la gamma di dati disponibili: per esempio, gli iscritti segnalano dove si trovano con i messaggi di «check-in». È un frammento dell'universo in continua espansione di big data. I riflettori sono puntati anche sull'internet delle cose: significa abilitare ogni oggetto alla comunicazione di dati in modo automatico, come i sensori che rilevano i consumi di energia, i parametri fisiologici di pazienti, l'inquinamento nell'ambiente. A Londra il gruppo di designer Tinker, per esempio, ha costruito un kit fai-da-te per installare in casa una rete di dispositivi capaci di monitorare l'utilizzo di corrente elettrica degli elettrodomestici: a gestire i processi è una scheda elettronica progettata in Italia, Arduino. E il kit è in esposizione al Moma di New York.

Big data è il primo passo di un lunga filiera: sono in rapida evoluzione le piattaforme software per i processi di analisi. Marc Andreessen è un pioniere di internet e un venture capitalist: ha osservato in un suo recente saggio che assistiamo a un passaggio dove la centralità nella produzione di valore si allarga dall'hardware verso il software. Il colosso del data warehousing Teradata ha accelerato con decisione sull'analisi dei dati dopo l'acquisizione di Aster Data e Aprimo: ha in cantiere l'integrazione delle informazioni derivanti dai social network con le serie storiche negli archivi aziendali, in modo da progettare campagne di marketing più efficaci. Ibm ha da poco lanciato una piattaforma basata su Hadoop per dati «non strutturati», come per esempio le conversazioni nei social network.

Ma non si tratta di una transizione che riguarda unicamente l'information technology. Il gigante dell'energia General Electric ha appena annunciato l'apertura di un centro di ricerca dove riunirà sviluppatori software per elaborare strumenti in grado di cogliere le opportunità che derivano da big data. Il cambio di velocità può essere anche brusco. In estate ha sorpreso la decisione della californiana Hp: acquistare la società di software Autonomy per 11,7 miliardi di dollari. Aveva deciso anche di abbandonare il mercato hardware, ma poi è tornata sui suoi passi. Altri, invece, puntano sulle startup con idee innovative: il fondo di venture capital Accel Partners investirà cento milioni di dollari su progetti che valorizzano il rapido incremento di informazioni.

Per gestire l'aumento di big data sono corsi al riparo molti colossi dell'hitech già impegnati nel cloud computing, una nuvola digitale che riunisce infrastrutture, piattaforme e servizi accessibili attraverso internet. Amazon, Facebook e Apple, per esempio, hanno varato negli ultimi mesi iniziative per costruire i data center: il social network, in particolare, aprirà una sua struttura in Europa dove archiviare i dati. A rilevare l'aumento degli investimenti è stata anche la società d'analisi Gartner: le spese per hardware destinato ai data center sono arrivate a 98,9 miliardi di dollari nel 2011, con un incremento del 12,7% sull'anno precedente. La previsione è di raggiungere 126,2 miliardi di dollari nel 2015. Metà della crescita deriverà dal mercato dello storage. A sostenere l'espansione dei data center esterni rispetto alle infrastrutture all'interno del perimetro aziendale (in-house) sono tre fattori, rileva Gartner: la virtualizzazione, l'aumento dell'efficienza e il cloud computing, una tendenza che favorisce soprattutto grandi dimensioni. Negli Usa l'impatto sul territorio è concentrato in alcuni Stati, come Carolina, Virginia, California e Oregon, dove arrivano i giganti a edificare i loro centri dati. L'evoluzione tecnologica è continua. Atlanta Metro di Quality technology services (Qts) è ritenuta la seconda struttura al mondo per superficie tra i data center di uso commerciale con i suoi 91mila metri quadrati e di recente ha ottenuto una certificazione Leed (Leadership in energy and environmental design) per l'efficienza energetica: quasi il 5% della superficie del suo tetto è destinata al recupero di acqua piovana e utilizza misure per il risparmio dei consumi. L'edificio del Lakeside technology center è a Chicago: cento megawatt di potenza vengono erogati per le macchine su un'estensione di centomila metri quadrati. A Newport, in Gran Bretagna, ha sede Next generation data europe: occupa 75mila metri quadrati di spazio.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.