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Questo articolo è stato pubblicato il 13 marzo 2012 alle ore 07:00.

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Trieste, ma non solo. Chiunque voglia programmare una visita alla città che fu di Svevo e di Saba – premiata anche nel 2011 a livello turistico con arrivi al +9,1% e presenze al +13,1% – dovrebbe cogliere l'opportunità per inoltrarsi anche alla scoperta del vicino altopiano carsico, così poco italiano dal punto di vista orografico, così struggente quando d'autunno il rosso del sommacco lo trasforma in una tavolozza di colori che ne stempera la naturale ruvidezza.
In un viaggio alla scoperta del Carso e delle sue delizie enogastronomiche, sempre più leva di sviluppo per il territorio, il tragitto suggerito copre un arco che parte da ovest e si chiude a est, in prossimità del confine con la Slovenia. Una prima fermata, fra Monfalcone e Duino, la merita l'unico tempietto ipogeo dedicato a Mitra rinvenuto in Europa. Occasione di visita a Monfalcone può essere la festa di Sant'Antonio, a giugno, con la mostra sui vini tipici locali.

Proseguendo in direzione Duino, altri due punti d'interesse: il castello omonimo e il sentiero Rilke. Nella magione dei principi di Torre e Tasso – costruita nei primi decenni del 1400 attorno alla torre quadrangolare di un avamposto romano – hanno soggiornato la principessa Sissi (ancora un'icona per i triestini), Johann Strauss, Listz, D'Annunzio. Al castello originario si lega la leggenda della "dama bianca", ispirata da una roccia candida che, vista dal mare, sembra una figura femminile avvolta in un velo. Gettata nello strapiombo da un sovrano malvagio, si narra che il cielo, impietosito dalle sue grida, l'avesse trasformata in pietra.

Nei pressi si trova anche il sentiero Rilke, che regala panorami mozzafiato lungo il crinale che collega la rocca stessa alla baia di Sistiana, in direzione Trieste. Il percorso è dedicato al poeta romantico Rainer Maria Rilke, che la bellezza di questa zona ha commemorato nelle Elegie Duinesi. A Duino Aurisina spiccano diverse aziende agricole del Consorzio del vini del Collio e del Carso, come Skerk, Zidarich, Usaj, Semec, Kante, Lupinc, Radovic: oltre al Terrano e al Vitovska producono la locale Malvasia, nella suggestive cantine completamente scavate nella pietra.
Servono alcuni chilometri in automobile per raggiungere il comune di Sgonico ed entrare più nel cuore dell'altopiano carsico. Lì si potrà osservare un vero e proprio tesoro naturalistico regalato dallo scorrere ancestrale delle acque. Si tratta della Grotta Gigante, testimone di una rete fluviale sotterranea che ha lasciato ora il posto a un monumento della natura ricco di stalattiti e stalagmiti. A circa 80 metri di profondità eccezionale è il colpo d'occhio offerto dalla cosiddetta Grande Caverna: un unico vano naturale dalle dimensioni eccezionali su cui sono incastonate concrezioni calcaree cromaticamente diverse per la presenza nell'acqua di ossidi di ferro. A Sgonico ci sono Bajta Fattoria Carsica, tre cantine Milic, e poi Skerlj, Zigon, Zivec, Vodopivec, Ostrouska, Colja.

Spostandosi a est, le bellezze naturali lasciano posto alla memoria. Obbligatoria, per la storia di Trieste, è una fermata alla Foiba di Basovizza, monumento nazionale dal 1992 e simbolo delle atrocità commesse alla fine del secondo conflitto mondiale. L'inghiottitoio carsico nella primavera del 1945 divenne la tomba di un numero imprecisato di militari e civili italiani, trucidati dalle truppe titine nei 40 tragici giorni di occupazione della città. Una ferita mai chiusa nonché un tragico esempio di quella "pulizia etnica" che anche in tempi più recenti ha piagato i vicini Balcani.
Lasciandosi alle spalle il monumento a ricordo degli infoibati, nella vicina località di Draga Sant'Elia si incontra, infine, un belvedere che permette di ammirare la Val Rosandra, canyon formato dall'erosione del torrente omonimo e spesso spazzato dal vento di bora, che vi si incanala proveniente da est.

Si tratta di un ambiente montano a pochissimi chilometri dal mare che costituisce una riserva naturale amata dagli alpinisti e che può essere visitato seguendo la pista ciclo-pedonale che ricalca la traccia della vecchia linea ferroviaria. Tornando verso Trieste, si incrociano ancora diverse cantine aderenti al Consorzio dei vini del Collio e del Carso, nell'ambito della denominazione Carso: a Monrupino Milic, a San Dorligo della Valle Parovel e Ota, in zona Trieste Bibc, Grgic, Rebula. Un calice di vino locale, robusto ma elegante, è un buon modo per brindare a una terra generosa, anche per i visitatori.

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