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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2014 alle ore 14:21.

Queste sperimentazioni sono sempre adeguatamente controllate e monitorate per garantire la sicurezza e l’efficacia, con l’ausilio inoltre delle normative governative come ulteriore tutela. Al fine di determinare il livello adeguato di supervisione, gli enti governativi dovrebbero condurre un’analisi del rischio su base scientifica. Tuttavia, quando si tratta di ingegneria genetica, la scienza sembra avere un peso minore rispetto alla politica. Il punto è che l’ingegneria genetica molecolare è molto più precisa e prevedibile delle tecniche tradizionali e più rudimentali come l’irradiazione. Ma, se da un lato la tecnica SIT continua a non essere regolamentata da alcuna normativa in gran parte dei paesi, dall’altro le revisioni normative sugli organismi viventi geneticamente modificati tendono ad essere ritardate ed eccessive in tutto il mondo, mentre la politica rallenta, e arriva a volte persino ad ostacolare, il processo di approvazione delle normative. Di conseguenza, la ricerca e lo sviluppo dell’ingegneria genetica risulta più costosa, scoraggia gli investimenti e ostacola l’innovazione.

E tutto questo è ancor più problematico nel caso del controllo delle zanzare vista l’urgenza del problema. Il Programma speciale per la ricerca e la formazione sulle malattie tropicali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità affinché enfatizzino i requisiti individuati su base scientifica, caso per caso, con un certo grado di parsimonia nella pratica, invece di basarsi su un approccio cautelare che necessita di dati per calcolare dei rischi teorici. In altre parole, le agenzie di regolamentazione dovrebbero considerare i costi ed i benefici relativi alla sanità che queste innovazioni potrebbero comportare e velocizzare le procedure di revisione.

Visto il livello di sofferenza provocato dalle malattie causate dalle zanzare, i leader governativi non dovebbero soggiogare le soluzioni dell’ingegneria genetica per controllarle, al pari di alcuni venti contrari politici e populisti che hanno in passato ostacolato l’approvazione dei prodotti agricoli geneticamente modificati. Solo attraverso una normativa pragmatica e basata sui fatti il mondo potrà comprendere a fondo il potenziale dell’ingegneria genetica nella lotta contro le malattie.

Traduzione di Marzia Pecorari

John J. Cohrssen è un avvocato americano che ha lavorato come funzionario senior presso la Casa bianca ed il Congresso statunitense. Henry I. Miller, fisico e biologo molecolare, è ricercatore in filosofia scientifica e politiche pubbliche presso il Hoover Institution dell’Università di Stanford.

Copyright: Project Syndicate, 2014.

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