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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 15:51.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 14:01.

Per entrare nello specifico, Thiel fa un esempio tratto dalla sua esperienza come Amministratore delegato di PayPal. Invece di avere dei lavoratori che devono controllare ogni operazione per ogni gruppo di 1.000.000 transazioni al fine di individuare eventuali frodi, i computer di PayPal sono in grado di verificare e approvare le transazioni legittime e inoltrare ad una persona le (circa) 1.000 transazioni che potrebbero essere fraudolente. Un lavoratore ed un sistema di computer possono quindi fare quello che avrebbero fatto 1.000 impiegati assunti da Paypal una generazione fa. Inoltre, dato che i computer non hanno bisogno di mangiare, l’aumento di produttività pari a 1.000 volte tanto va tutto a beneficio della classe media.

In altri termini, la globalizzazione ha ridotto gli stipendi dei lavoratori con meno qualifiche dei paesi avanzati in quanto altri lavoratori si sono rivelati in grado di fare lo stesso lavoro per meno soldi e di consumare poi il valore prodotto. L’avvento dei computer implica invece che i lavoratori altamente specializzati (così come i lavoratori meno specializzati che finiscono per supervisionare le fabbriche ed i magazzini informatizzati) possano trascorrere il loro tempo su attività di maggior valore con il supporto dei computer che hanno necessità esigue.

Quest’argomentazione potrà anche essere corretta, ma è lungi dall’essere inattaccabile.

Thiel sembra infatti incorrere, seppur in modo sottile e sofisticato, nel vecchio paradosso dell’acqua e del diamante secondo cui l’acqua è essenziale ma non ha costi, mentre i diamanti sono virtualmente inutili ma estremamente costosi. Il paradosso esiste perchè nell’economia di mercato il valore dell’acqua è determinato non dall’utilità complessiva dell’acqua (che è infinita) o da una media della sua utilità (che è molto ampia), bensì dal valore marginale dell’ultima goccia d’acqua consumata (ovvero un valore molto basso).

Allo stesso modo, gli stipendi sia dei lavoratori altamente qualificati che dei lavoratori con meno qualifiche nell’economia informatizzata del futuro non saranno determinati dalla (elevata) produttività dell’unico lavoratore con basse qualifiche che monitora il lavoro dei robot e neppure dal lavoratore altamente qualificato che ha la mansione di riprogrammare i software. Per contro, il compenso verrà determinato in base a quello che i lavoratori esterni all’economia informatizzata ad alta produttività riusciranno a produrre e a guadagnare.

Nei primi anni del processo di industrializzazione la città di Manchester, che quando ci lavorò nel 1840, registrava i livelli più alti di produttività della forza lavoro che il mondo avesse mai visto. Ma gli stipendi degli operai erano determinati non dalla loro produttività, bensì dal loro eventuale guadagno con il lavoro nei campi di patate nel precedente contesto di carestia dell’Irlanda.

Oggi la questione in ballo sembra quindi essere se i robot ed i computer riusciranno o meno a rendere la forza lavoro umana più produttiva nei settori della produzione, dei servizi ad alta tecnologia e delle informazioni. Ma la risposta è sicuramente sì. Ciò che di conseguenza conta realmente è se i lavori al di fuori dell’economia informatizzata (ovvero i lavori legati alle parole, al sorriso e alla mente) continueranno ad essere utili e molto richiesti.

Il rapido progresso tecnologico verificatosi tra il 1850 ed il 1970 circa ha inizialmente determinato un aumento degli stipendi in linea con le rendite di produttività. In seguito si è verificato un processo di perequazione nella distribuzione del reddito grazie al fatto che le macchine installate per sostituire la manovalanza hanno creato un numero maggiore di posti di lavoro nel settore della gestione di questi stessi apparecchi (per i quali era necessario il cervello e la parola umana), rispetto al numero di posti di lavoro che sono stati invece eliminati nei settori che richiedevano forza muscolare e destrezza. L’aumento del reddito reale ha poi portato ad un aumento del tempo libero e, di conseguenza, ad una maggior richiesta di intrattenimento (sorriso) e creatività (prodotti della mente).

Accadrà la stessa cosa quando le macchine prenderanno il sopravvento su quello che oggi è il lavoro intellettuale di routine? Forse. Ma non è una garanzia sicura sulla quale basare tutta
un’argomentazione, come sostiene Thiel.

Traduzione di Marzia Pecorari

J. Bradford DeLong, ex vice assistente segretario del Tesoro degli Stati Uniti, è professore di economia presso l’Università della California di Berkeley e ricercatore senior presso il National Bureau of Economic Research.

Copyright: Project Syndicate, 2014.

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