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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2014 alle ore 12:20.
L'ultima modifica è del 15 ottobre 2014 alle ore 13:59.
LONDRA – Tra le tante sfide cui deve far fronte la nuova Commissione europea c’è quella di stabilire come fornire un accesso ultra-rapido a Internet a banda larga a tutti i 500 milioni di residenti dell’Unione europea senza aumentare le tasse o mandare in bancarotta le società di telecomunicazioni d’Europa. Questo imperativo ha portato molti a chiedere maggiori contributi ai giganti di Internet come Google, Netflix e Facebook, che sono frequentemente oggetto di critiche per non essersi impegnati al massimo – e persino accusati di essere free-rider, intenti a saccheggiare gli asset e i mercati europei. Sono giustificate queste critiche?
In una parola: no. La realtà è che le maggiori compagnie di Internet – molte delle quali con sede negli Stati Uniti – stanno già versando miliardi di dollari per stabilire e mantenere le reti e i data center che sono essenziali per il funzionamento di Internet.
Queste società hanno, di fatto, investito direttamente oltre 75 miliardi di euro (100 miliardi di dollari) in infrastrutture per Internet negli ultimi tre anni, con una spesa fino al 10% annuo in questo periodo. Inoltre, hanno partecipato in consorzi che hanno investito oltre 500 milioni di euro creando un cavo a fibra ottica sottomarino trans-Pacifico, che è operativo dal 2010, e un cavo di 8.300 chilometri (5.200 miglia) dall’Asia sud-orientale al Giappone che è stato realizzato l’anno scorso.
Ma è l’Europa ad aver ricevuto la fetta più grossa degli investimenti globali in infrastrutture per Internet – 25 miliardi di euro, o quasi un terzo del totale, negli ultimi tre anni. Google la costruzione di un nuovo data center da 600 milioni di euro nei Paesi Bassi, e sta già investendo ingenti somme in data center in Hamina, Finlandia e St. Ghislain, Belgio. E Facebook ha già creato il proprio data center a Luleå, Svezia.
Questi impianti e reti – insieme alle reti a banda larga sulle quali le società di telecomunicazioni spendono miliardi – formano le fondamenta di Internet. Investendo su questo fronte, i giganti americani di Internet stanno fornendo benefici tangibili ai consumatori e alle società europee. Incoraggiare questo investimento dovrebbe essere la preoccupazione principale della Commissione europea.
I data center europei di queste società, ad esempio, contribuiscono alle economie delle regioni in cui operano, fornendo posti di lavoro agli abitanti della zona. Allo stesso tempo, agevolano lo scambio dei contenuti, consentendo ai consumatori europei di trarre il massimo dalle proprie connessioni Internet.
In modo analogo, gli investimenti delle società di Internet in reti per l’offerta di contenuti e punti di scambio Internet consentono loro di gestire il proprio traffico accanto ai consumatori, affidandosi a società di telecomunicazioni europee in luoghi come Londra, Parigi e Francoforte. Così facendo, possono aiutare gli Internet service provider a tagliare i costi e consentire loro di investire nelle reti di accesso all’ultimo miglio che possiedono e che fanno funzionare, così migliorando l’esperienza di Internet offerta ai consumatori.
Nel lungo termine, man mano che l’Europa diverrà un terreno sempre più fertile per i contenuti e le applicazioni digitali, questa infrastruttura consentirà agli europei di distribuire le proprie creazioni a livello globale. In altre parole, le strutture che società come Google e Facebook stanno creando oggi contribuiranno ad aprire nuovi mercati agli innovatori, agli imprenditori e alle aziende europee, il cui successo porterà beneficio direttamente l’economia dell’Europa.
Invece di perdere energia e risorse lottando gli uni contro gli altri, le società di telecomunicazioni d’Europa e i giganti di Internet degli Stati Uniti e di altri Paesi, insieme al settore pubblico, dovrebbero riconoscere l’interesse condiviso nel fornire Internet a banda larga veloce e accessibile a tutti gli abitanti dell’Ue. Internet è sempre stato un lavoro di collaborazione, e tale deve rimanere, con ogni attore che gioca la propria parte.
Durante tutto il processo, le soluzioni creative saranno di grande importanza, e i contributi delle società di Internet saranno preziosi. Dopo tutto, sono innovatori stagionali, come esemplificato dalla collaborazione di Google con Vodafone in Nuova Zelanda e con Telefónica in Cile per .
Dal canto suo, la Commissione europea non deve consentire pressioni dagli interessi acquisiti per spingersi verso un confronto. I leader europei dovrebbero invece restare focalizzati sugli interessi dei milioni di utenti Internet in Europa. Solo adottando un approccio bilanciato, basato sui fatti, e una maggiore cooperazione possono garantire benefici ai consumatori, investimenti, posti di lavori e crescita nel settore Internet dell’Europa.
Traduzione di Simona Polverino
David Abecassis è a capo della Analysys Mason Consulting. Andrew Kloeden è consulente di strategia ed è a capo della Analysys Mason Consulting.
Copyright: Project Syndicate, 2014.
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