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Passione e rendimenti insieme in portafoglio

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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 08:52.

Non solo azioni e titoli. I grandi portafogli possono essere ulteriormente differenziati con investimenti in arte, beni di lusso, real estate. Classi di investimento che possono dare grandi soddisfazioni non solo in termini di rendimenti, ma anche per le passioni personali degli investitori.
Con qualche accortezza: «Si tratta di investimenti illiquidi con orizzonti di detenzione eccezionalmente lunghi. La parte di portafoglio che vi può essere dedicata è abbastanza bassa, e il cliente private deve essere consapevole che non potrà essere toccata per molti anni», commenta Paolo Moia, responsabile investimenti di Banca Profilo. «Il real estate può arrivare al 20% del portafoglio, mentre per i beni di lusso consiglierei una proporzione non superiore al 5% del totale». Perché questa differenza di trattamento tra le due asset class? Semplice: «Il real estate – afferma Moia – è una vera riserva di valore che protegge il capitale dall'inflazione e ne assicura anche una discreta remunerazione reale. Il mercato dei beni di lusso, invece, è estremamente dipendente dalle mode del momento e dai modelli di consumo, che oggi sembrano andare in direzione di un ritorno alla frugalità».

Il modello deve essere quello della scarsità e unicità del bene. Meglio quindi l'immobile di pregio, costoso, in una località di villeggiatura che attragga le fasce più benestanti della popolazione, che non i dieci appartamenti in zona semi-centrale a Milano da mettere a reddito. Per i beni di lusso, Moia consiglia di «puntare ai pezzi che non rischiano di perdere valore negli anni, come i modelli classici di orologio di pregio. Per entrambe le asset class i rendimenti sono a singola cifra, ma relativamente elevati: parliamo del 7-8% annuo, su un periodo di non meno di 10 anni».
Luca Caramaschi, responsabile del Private wealth management di Deutsche Bank in Italia, commenta: «Il segmento private italiano non ha mai abbandonato l'interesse verso gli investimenti immobiliari, e ora credo che progressivamente si tornerà a investire di più in questo segmento di mercato. Abbiamo segnali che l'investimento nel mattone sta ripartendo anche per via diretta e non solo tramite fondi, stiamo parlando con numerosi investitori per acquisti programmati entro fine anno».

Per quanto riguarda l'arte, il discorso diviene quasi inscindibile dai gusti personali del cliente private. Guido Galimberti, presidente e fondatore di Opera Art Solutions, commenta: «La passione è una componente molto importante negli investimenti in arte, che non possono ridursi a un mero calcolo finanziario. Se si acquista un quadro che non piace e lo si tiene in casa per anni e anni, il suo aumento di valore alla fine potrebbe non essere tale da compensare il sacrificio compiuto». Al "netto" dei gusti personali, comunque, l'esperto suggerisce di investire «in artisti del periodo che va dal dopoguerra agli anni '80, sui grandi classici che non perderanno certo di valore, o ancora sui vari laboratori artistici come il Gruppo Zero e il Gruppo T. Eviterei i contemporanei, che hanno prezzi già molto elevati e sono al centro di una "bolla" di moda che potrebbe presto sgonfiarsi».

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