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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 09:06.
C'è chi regala ai clienti emozionanti test drive per provare l'ultima Ferrari arrivata sul mercato. C'è chi offre la degustazione di vini esclusivi o la membership di club riservati. Oppure c'è chi, e sono molti, investe sui figli dei clienti e sulla loro formazione, allestendo in giro per il mondo seminari finanziari tenuti da accademici di fama. Insomma, non saremo ancora al livello di alcuni family office internazionali di nicchia, che coccolano il cliente private giorno e notte con viaggi esclusivi e jet privati. Però la strada intrapresa dalle private bank in Italia sembra chiara, e passa per la soddisfazione non solo economica della clientela.
Del resto, finiti i giorni in cui un cliente si affidava a una private bank per tutta la vita (e con lui anche il resto della sua famiglia), oggi la sfida di un bravo wealth manager è tenersi stretta la clientela più a lungo possibile. E non è cosa facile. Perchè la crisi ha bruciato in media circa il 30% del patrimonio degli ultra milionari nel 2008, secondo un report firmato da Spectrem Group, e con esso vecchi approcci e speranze. Perchè l'incertezza odierna spinge grandi e piccoli ricchi a oscillare tra l'urgenza di preservare il capitale posseduto ma anche il legittimo desiderio di accrescerlo. E infine perchè il mercato e gli operatori stessi stanno rimodulando il modello di business venturo, e così pure l'organizzazione interna.
Cambia la geografia
I tradizionali colossi del private banking sono alle prese con la riduzione dei margini e la riconquista della fiducia della clientela, dopo i tormenti post crack Lehman. «La contrazione dei margini di profitto, legata alla migrazione della clientela verso prodotti meno rischiosi e con commissioni più basse, è l'aspetto che preoccupa maggiormente gli operatori del settore», spiega Marco Mazzoni, presidente di Magstat Consulting. D'altra parte, soprattutto all'estero, i family office - le strutture private che gestiscono pochi ma selezionati patrimoni familiari da decine di milioni di euro - guadagnano posizioni proponendo soluzioni su misura, disegnate ad hoc sui bisogni dei clienti più esigenti. È il successo di un modello di business che ha creato maggiore valore aggiunto rispetto ai competitor più strutturati, rimodulato il pricing e reso più redditizia la consulenza. In questa polarizzazione del mercato, trova spazio pure chi non ha nel wealth management il core business: come sta accadendo in Germania, ad esempio, dove alcuni piccoli istituti cooperativi territoriali fino ad oggi lontani dal mondo del private banking si stanno buttando con successo nella mischia riuscendo a conquistare fette di mercato insperate, puntando solo sulla voglia di sicurezza della clientela più facoltosa.