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Questo articolo è stato pubblicato il 20 marzo 2013 alle ore 08:50.

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Il consorzio è anche uno strumento per rafforzare la collaborazione tra imprese ed Università, facilitando la conoscenza reciproca e lo scambio di informazioni ma anche l'erogazione di servizi da parte dei produttori di conoscenza a beneficio dei produttori di beni e servizi per il mercato. In questa ottica, il polo di innovazione dovrà diventare un punto di riferimento per imprenditori e imprese con vocazione all'innovazione e alla ricerca, a cui il polo dovrà saper offrire l'opportunità di creare i necessari contatti e i partenariati anche attraverso la mobilità di giovani ricercatori nei laboratori aziendali.
Per realizzare i progetti tematici individuati dalle aziende associate, Pumas può già contare sulla collaborazione – oltre che con l'Università – di due strutture di ricerca all'avanguardia: l'Isrim (Istituto superiore di ricerca e formazione sui materiali speciali) e l'Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare).
Il 28 maggio scorso Pumas si è è presentato ufficialmente alla comunità imprenditoriale e scientifica. Tra pochi giorni invece, il 25 marzo, il consorzio sarà accolto dai colleghi del blasonato Parco scientifico e tecnologico di Lione. «Una tappa davvero importante per la nostra storia ancora recente», spiega il presidente di Pumas, Gianluca Puizzuti, imprenditore di 47 anni, laurea in ingegneria industriale e un master a Boston. «E non è finto», rilancia con una battuta.

«Sono convinto – dice – che l'innovazione sia il sale di qualsiasi attività imprenditoriale. L'Italia però è deficitaria di cooperazione tra le aziende in fatto di innovazione e ricerca. Quando invece è proprio dallo sviluppo comune dei progetti che nasce nuova competitività. Vincono le sinergie e far lavorare gomito a gomito piccole imprese, grandi e multinazionali vuole dire attivare un trasferimento di conoscenza e competenze che altrimenti non si attiverebbe».
L'esempio che fa il presidente Pizzuti è calzante: «Pumas oggi è come un bar dove le aziende aderenti si incontrano, dialogano e scoprono di avere competenze o specificità utili all'attività degli altri. Competenze e idee che poi vengono messe a fattor comune, come per esempio l'uso di determinati macchinari. Nascono così dei minicluster aziendali prima di oggi impensabili. Questa è la forza del saper aggregare e del condividere le idee».

IL RATING DEL SOLE
Il punteggio
Attraverso una griglia di 8 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza. Nel caso del Pumas di Terni spiccano in modo particolare la capacità di fare rete e l'internazionalizzazione
IL GIUDIZIO
-
PUNTI DI FORZA

1
CAPACITÀ DI FARE RETE

La metodologia di lavoro implementata da Pumas consente alle imprese associate di interconnetersi tra loro e il mondo della ricerca e dell'innovazione
2
INTERNAZIONALIZZAZIONE

Il consorzio ha attivato una serie di contatti con il Polo tecnologico di Lione (Francia). Contatti anche con omologhi centriin Spagna e in Argentina
3
CAPACITÀ DI CREARE START UP

Positivi gli effetti di creare linee di contatto con i centri di ricerca regionali e il sistema universitario su specifici progetti individuati dalle aziende
PUNTI DI DEBOLEZZA
1
GRADO DI APERTURA

È l'altra faccia della medaglia del modello di attività scelto da Pumas: il consorzio
ha struttura snella e, pertanto, non crea direttamente posti di lavoro
2
CAPACITÀ DI CREARE BREVETTTI

Al momento i frutti dell'innovazione implementata dai centri di ricerca
sono destinati alle aziende aderenti al programma
3
CAPACITÀ DI ACCEDERE AI FONDI

L'attività del consorzio poggiasul finanziamento pubblico e sul contributo delle aziende associate. Non è previsto per ora un'apertura del capitale

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