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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2014 alle ore 12:19.
L'ultima modifica è del 09 dicembre 2014 alle ore 16:24.

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I costi del verde
I costi dei sussidi per le rinnovabili? «Attenzione a non demonizzarli. Il principio degli incentivi - puntualizza Stefano Besseghini, amministratore delegato di Rse - non va certamente messo in discussione. Aiuti e facilitazioni saranno probabilmente opportuni anche in futuro, visti gli obiettivi che ci stiamo dando al 2030, assai più ambiziosi di quelli tendenziali. Certo - ammonisce Besseghini - se analizziamo il costo corretto per compensare il Lcoe scopriamo che si sarebbero potuti risparmiare 4 miliardi su 13». Quasi il 30% dei sussidi alle energie verdi. Un'enormità.

I costi per la gestione e il funzionamento del sistema elettrico? Anche qui le sorprese, anche rispetto a molte delle valutazioni che circolano, non mancano. Con l'accelerazione delle tecnologie elettroniche e informatiche nelle reti, nella distribuzione e nella vendita «si potrebbero ottenere risparmi per almeno 3,5 miliardi di euro l'anno, il 7-8% della bolletta elettrica nazionale, semplicemente ricorrendo alle tecnologie già esistenti» ci dice Besseghini. Anche perché scandagliando lo studio preparato dall'Rse si scopre che non è vero che le voci in bolletta relative appunto alla gestione del sistema elettrico (dispacciamento, distribuzione, misura, vendita) siano sostanzialmente diminuite negli ultimi anni. Dalle tabelle pubblicate nello studio, che si rifanno ai dati diffusi dall'autorità per l'energia, per il periodo 2009 - 2013 queste voci risultano complessivamente in aumento, con una sostanziale stabilità per il mercato tutelato (a fronte di una diminuzione di circa il 15% per le famiglie e di una crescita di quasi il 20% per il mercato non domestico), ma con una crescita significativa per il mercato libero.

Consigli e strategie
Le carte da giocare? Mercato e tecnologia. L'ennesima censura per un mercato dell'elettricità che non decolla viene anche dal Rse. «È un mercato piccolo rispetto ai volumi complessivi, e poco contendibile, tant'è vero - rimarca Besseghini - che l'Acquirente unico (l'organismo istituzionale che compra le partite all'ingrosso per il mercato tutelato, ndr) spunta prezzi inferiori rispetto agli altri operatori». Nel frattempo la tecnologia può fare davvero molto, insistono i manovratori del Rse. Ecco le smart grid. Ecco la nuova versione evoluta che si sta studiando per il contatore elettronico nel quale per la verità Italia è all'avanguardia mondiale. Ed ecco che la velocizzazione del suggestivo matrimonio tra l'energia e le telecomunicazioni potrebbe appunto farci risparmiare, da dolo, quasi un decimo - azzardano i ricercatori - della nostra bolletta.

Bolletta oppressa, oltretutto, da un fisco sempre più ingordo. Con un magro premio di consolazione: tutta Europa è paese, nella voracità fiscale ma anche nel ritocco all'insù dei costi di distribuzione dell'energia. Ce lo dice Eurelectric, l'associazione dell'industria elettrica europea, nella prima conferenza annuale sui clienti al dettaglio che si è tenuta la scorsa settimana a Bruxelles: sal 2008 al 2012 il prezzo medio dell'elettricità in Europa (su cui l'Italia mette il suo triste sovracarico) è salito di oltre il 10%, da 17,8 a 19,6 centesimi di euro al kilowattora. Ma l'aumento – precisa Eurelectric - è quasi interamente dovuto al carico fiscale, salito del 31% da 5,1 a 6,7 centesimi al kWh, mentre la componente trasporto è aumentata del 10% da 4,6 a 5,1 cent/kWh mentre quella che copre il costo puro dell'energia è scesa del 4%, da 8,1 a 7,8 €cent/kWh.

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