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Auchan, lavoratori in piazza contro i licenziamenti: a rischio 1426…

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il gruppo francese difende il piano di rilancio

Auchan, lavoratori in piazza contro i licenziamenti: a rischio 1426 lavoratori

Lavoratori di Auchan in piazza in tutta Italia oggi per protestare contro il piano di rilancio del gruppo francese che ha azzerato unilateralmente il contratto integrativo e avviato una procedura di licenziamento collettivo per 1.426 lavoratori in 32 su 49 ipermercati presenti sul territorio. Una mobilitazione cui si aggiungeranno altre 8 ore di sciopero ancora da programmare e che si svolgeranno a livello territoriale. Tanti e capillari i presidi organizzati nel Paese per dare visibilità alla protesta, Roma, Milano, Venezia, Palermo, per citarne solo alcuni; «les jeux ne sont pas faits pour les syndacts italiens», ironizzano i sindacati di categoria, Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs, che attaccano il gigante della distribuzione.

«È inaccettabile che ad oggi uno dei più grandi operatori stranieri della grande distribuzione commerciale presenti nel nostro Paese non abbia ancora presentato un piano di rilancio aziendale credibile finalizzato a fronteggiare la crisi delle vendite del Gruppo», si legge in una nota congiunta dei sindacati in attesa che il Mise attivi un tavolo di confronto con cui cercare di ricomporre la vertenza.

La richiesta ad alta voce arriva anche dal leader Uil, Carmelo Barbagallo. «Il governo deve capire che bisogna intervenire per regolare queste vertenze ed evitare che con la crisi i primi a pagare siano i lavoratori. Il governo deve agire rapidamente per permettere al sindacato di fare una trattativa nella quale si discuta di contratti di solidarietà e non di mobilità», spiega nel corso del presidio che a Roma si è svolto davanti all'ambasciata francese ricordando i casi di Carrefour e di Whirlpool per i quali si sono stati aperti appositi tavoli di crisi.

Ma è anche il gruppo francese, con una modalità insolita, a intervenire in questa giornata con un lungo comunicato per difendere il piano di rilancio. Serve ritornare in utile per salvare almeno 10mila posti di lavoro, è il messaggio che lancia in estrema sintesi il presidente e Ad, Patrick Espasa. «Il nostro piano di intervento deve essere strutturale e profondo per ritrovare la nostra leadership e l'utile netto positivo al più presto, entro il 2017. Credo al rilancio dell'Italia, terzo paese in Europa e 11° più ricco al mondo, e anche al potenziale del Sud dove è presente la metà dei nostri ipermercati, e intendo salvare 10.000 posti di lavoro e partecipare allo sviluppo del Paese», ha spiegato ricordando come il giro d'affari della società si sia ridotto da 3,2 miliardi di euro del 2010 a circa 2,6 miliardi del 2014 anno in cui le perdite hanno registrato quota 112 milioni.

Sono dieci, infatti, le regioni interessate dalla procedura di licenziamento messe in piedi da Auchan: solo nel Mezzogiorno sono stati dichiarati circa 700 esuberi, di cui circa 270 negli ipermercati della Sicilia, più di 200 in Campania, 150 in Puglia e quasi 100 tra Abruzzo e Sardegna.

Coinvolti anche diversi punti vendita del Nord Italia dove i lavoratori colpiti dalla procedura sono più di 500, tra Veneto, Piemonte e Lombardia, regione nella quale i licenziamenti annunciati da Auchan sono più di 300, anche in considerazione della prevista chiusura di un ipermercato, che forse si salverà. Più di 100 esuberi dichiarati in Lazio e nelle Marche. Interessati dal licenziamento collettivo anche circa 50 lavoratori in forza presso la sede aziendale ed i depositi. A solidarizzare con i lavoratori anche Rifondazione comunista: «Auchan, come altri gruppi multinazionali della grande distribuzione, vuole scaricare la crisi sui lavoratori, dopo aver desertificato il piccolo commercio. Usano la crisi per ridurre fortemente il costo del lavoro e ricorrere ulteriormente alla flessibilità del lavoro», accusa Paolo Ferrero che chiede alla politica, «che fin troppo ha regalato a Auchan, di far sentire la sua voce».

Mentre il leader Cgil, Susanna Camusso, invia a tutti i lavoratori in piazza un messaggio: «Non rassegnatevi. Bisogna contrastare questa multinazionale, non rinunciare ad una lotta giusta in difesa dei posti di lavoro -scrive Camusso -. Noi condanniamo un'azienda che, dopo aver occupato il nostro territorio e aumentato i centri commerciali, di fronte alla crisi decide di tagliare 1426 posti di lavoro».

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