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Squinzi: «Non escludo accelerazione Pil nei prossimi mesi ma crescita…

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all’assemblea di assocalzaturifici

Squinzi: «Non escludo accelerazione Pil nei prossimi mesi ma crescita dell’1% non basta»

«Non escludo ci possa essere un’accelerazione del prodotto interno lordo nei prossimi mesi grazie anche al contributo di Expo, al prossimo Giubileo e agli impegni legati alla gara per ospitare le Olimpiadi». Lo ha affermato il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, durante il suo intervento all’assemblea generale di Assocalzaturifici. Aggiungendo che «il Governo si sta muovendo nella giusta direzione e sembra non voler accontentarsi dei risultati raggiunti, ma dobbiamo essere consapevoli che basta poco per ributtarci indietro». L’esecutivo deve dunque «portare a termine senza indugi la riforma della pubblica amministrazione».

«Ma non possiamo accontentarci di crescita all’1%»
Squinzi ha sottolineato che «ripresa non vuol dire uscire dalla crisi e dalle sue conseguenze, ma inizio della lunga risalita». E ha ribadito: «Non possiamo accontentarci di una crescita attorno all’1% annuo». Perché «abbiamo bisogno di almeno il doppio per recuperare il terreno perduto. Se rimarremo inchiodati ai ritmi di crescita attualmente previsti - ha puntualizzato ancora il presidente di Confindustria - non torneremo ai livelli pre-crisi prima del 2022, 15 anni dopo».

Fisco: «no» ad aumento acconti Ires e Irap
Sul fisco, Squinzi ha chiarito che «Confindustria incoraggerà il governo ogni volta che le misure che adotterà saranno coerenti con la visione di sviluppo e manifesterà dissenso quando il governo si muoverà in direzione opposta a quella visione». Ciò che si verificherebbe, per il presidente degli industriali, «come ultimo esempio di una casistica non facilmente comprensibile», con «la novità sul fronte reverse charge, dove per rimediare a un errore dell’amministrazione il prossimo Consiglio dei ministri potrebbe supplire con l'aumento degli acconti Ires e Irap».

Su “made in” una «brutta storia»
A margine dell’assemblea, Squinzi ha inoltre definito «una brutta storia» la decisione del Consiglio Ue sulla Competitività di rinviare la decisione sul “made in”. Squinzi ha ricordato che «noi ci crediamo, abbiamo spinto moltissimo e ci troviamo di fronte a una opposizione molto forte da parte di alcuni Paesi europei». «Speriamo - è l’auspicio di Squinzi - di trovare una linea di compromesso che ci permetta di portare avanti la nostra visione».

Non sprecare 13 miliardi di fondi Ue
Il numero uno di Viale dell’Astronomia, nel suo intervento, ha anche invitato a non sprecare l’occasione dei fondi europei. «Ci sono 13 miliardi da spendere entro quest’anno di fondi europei e cofinanziamento - ha spiegato - a cui si aggiunge la prima tranche della nuova programmazione. Bisogna assolutamente evitare la perdita di queste risorse, tanto più preziose in un quadro di finanza pubblica vincolata dagli obiettivi di pareggio di bilancio e di riduzione del peso del debito pubblico». Una mossa obbligata per rilanciare gli investimenti pubblici, «indispensabili per fermare l’allargamento del divario tra Nord e Sud del Paese, che nella crisi si è molto accentuato in termini di Pil, occupazione, struttura produttiva». Serve dunque una svolta «non solo per aumentare la dotazione infrastrutturale, ma anche semplicemente per la sua manutenzione, per il contrasto al dissesto idrogeologico di un territorio per due terzi collinare o montano, per la tutela del patrimonio artistico».

Bene gli ultimi dati sul lavoro
A chi gli chiedeva un commento sugli ultimi dati sull’occupazione, il numero uno di Confindustria ha risposto: «Un dato sicuramente positivo. D’altronde io l’ho detto chiaramente che un contratto nazionale forte con i contratti a tempo indeterminato sono la soluzione migliore per avere una clima di relazioni industriali più avanzate».

«Alleggerire e non inasprire le sanzioni alla Russia»
Squinzi, alla vigilia della visita in Italia del presidente russo, ha inoltre ribadito la necessità di ricostruire i rapporti con la Russia di Putin. «Speriamo - ha detto - che si vada verso un alleggerimento e non in un inasprimento» delle sanzioni nei confronti della Russia. Inasprimento ventilato anche dal presidente Usa Barack Obama. «Mi auguro di no - ha ribadito il presidente degli industriali - perché in modo particolare questo settore ha sofferto drammaticamente delle sanzioni verso la Russia».

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