Economia

Via all'«operazione rinascita» per le vecchie centrali Enel

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RICONVERSIONI INDUSTRIALI

Via all'«operazione rinascita» per le vecchie centrali Enel

Nulla si butterà via, nulla andrà ad arricchire i monumenti agli sprechi di cui l'Italia è tristemente ricca. Parte dalle ciminiere di Alessandria la grande promessa dell'Enel per riciclare a vantaggio della collettività le centrali elettriche da dismettere perché già chiuse o ormai improduttive. Lì si traccerà un metodo, un percorso: subito un concorso pubblico di idee da selezionare a fine anno premiando (anche in denaro) i progetti scelti per convincere contemporaneamente le popolazioni, gli amministratori locali e gli imprenditori che ci metteranno investimenti e fatica.

Questa mattina il battesimo dell'operazione, con lo schieramento degli esperti e dei governanti del luogo, ma anche dei rappresentanti della comunità e del mondo degli affari. Sarà il primo test sul campo del piano “futur-e” (www.futur-e.enel.it) per riconvertire e riutilizzare ben 23 impianti disseminati in tutto lo stivale per 13mila megawatt di potenza di generazione complessiva, la metà tutto il parco termoelettrico in carico all'ex monopolista dell'elettricità italiana (si veda Il Sole 24 Ore del 12 aprile).

Le prime ipotesi
Un insediamento industriale o un centro logistico di tutt'altro genere, magari nel settore dell'automobile o dell'elettronica? Ad Alessandria le strutture di base ci sono, la riconversione non sarebbe difficile. La trasformazione nel mestiere attiguo, utile ma assai delicato, della produzione di energia con la termo-valorizzazione dei rifiuti? Qualcuno ci sta pensando, anche se le ipotesi più concrete in questo senso si concentrano sulla mega-centrale (era la più grande d'Italia) di Montalto di Castro, nell'alto Lazio, dotatissima di infrastrutture di base ma ormai bloccata da tempo, vicina alla Capitale e ai suoi sempre più problematici rifiuti. Un mega centro commerciale? L'ipotesi circola anche per Alessandria ma a bruciare tutti sul tempo potrebbe essere la centrale di Piombino. Per l'impianto toscano «stiamo esaminando diverse proposte» fa sapere Enrico Viale, responsabile di tutte le strutture di generazione dell'Enel. Quella più concreta? Proprio il progetto un centro commerciale con negozi outlet grandi firme su un'area di circa 40 ettari. Un primo rendering della struttura c'è già, con grandi ammiccamenti all'eco-compatibilità da offrire alle popolazioni per guadagnare consenso.

La struttura combinerebbe parte delle attuali costruzioni della centrale, da ristrutturare profondamente, con palificazioni sormontate da costruzioni in legno che creerebbero una sorta di sinergia architettonica con il limitrofo parco del WWF. Il nome dell'impresa che propone tutto ciò? Blindato, per ora. Si vocifera di un gruppo austriaco. «Una riconversione come questa potrebbe garantire un significativo indotto, fino a svariate centinaia di risorse tra diretti e indiretti, salvaguardando nel contempo aspetti ambientali e naturalistici dell'area, visto che verranno comunque mantenute le aree verdi già esistenti», promette Viale.

Intanto ad Alessandria, scelta per il debutto operativo del confronto pubblico, non si parte da zero. Per l'impianto a turbogas da 180 megawatt che ha marciato dal 1979 al 1993 per poi essere spento dalla perdita di competitività rispetto ai impianti più moderni ed alla pressione delle energie rinnovabili, ecco il via a ”un concorso internazionale di idee - si legge nei piani che i dirigenti Enel illustrano questa mattina - per identificare il migliore progetto di valorizzazione dell'area con particolare attenzione alle opportunità alle esigenze della comunità locale, già sondate anche per mezzo di un mirato piano di ascolto”.

Tempi stretti
Poco spazio alle lobby, molto ai migliori esperti sul mercato, promette l'Enel: tra i principali collaboratori per l'iniziativa c'è il Politecnico di Milano. E i tempi – giurano - saranno davvero stretti e ben cadenzati: il bando formale per la presentazione dei progetti arriverà a fine mese, la formalizzazione delle proposte entro ottobre, l'aggiudicazione a fine anno.

Per evitare i consueti tempi biblici italiani all'Enel promettono un percorso all'insegna non solo della rapidità ma anche della trasparenza. Facendo piazza pulita, sin dall'inizio, di qualche possibile materia del contendere: appunto la tutela del territorio ma anche quella dell'occupazione. «Entro il 2016 contiamo di avere un quadro chiaro per tutti di 23 impianti», afferma Viale. Il confronto sarà serrato, ma conflitti non ce ne saranno, giura. «Su tutti i 23 progetti abbiamo già avviato contatti con gli enti locali, la Confindustria locale e i sindacati sulle soluzioni da adottare per ciascuna realtà. E se non ci sarà piena accettazione non andremo avanti». In ogni caso «non intendiamo avere una parte diretta in business e che non sono nostri. Dunque ci limiteremo a mettere a disposizione i siti con tutte le possibili iniziative di facilitazione».

Garanzie per gli attuali occupati? «Assolute», afferma Viale. Delle 700 persone attualmente occupate delle centrali in dismissione una quota consistente potrà essere impiegata in altre strutture del gruppo negli stessi territori. Molti potranno trovare buone occasioni nelle iniziative frutto della riconversione. «Nel frattempo l'Enel, con un accordo sindacale innovativo ha attuato tra il 2013 e il 2014 un processo di accompagnamento alla pensione per circa 3800 dipendenti e nel contempo assunto oltre 2700 giovani alcuni dei quali con un progetto di alternanza scuola-lavoro che costituisce un'esperienza unica nel panorama nazionale», rimarca Viale.

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