Economia

Sala apre il dossier per le agenzie europee a Milano

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Sala apre il dossier per le agenzie europee a Milano

Giuseppe Sala ha fretta. «Bisogna essere molto rapidi perché la concorrenza non manca. Da domani metteremo a punto un dossier da presentare al governo per sfruttare le opportunità che Brexit offre a Milano. La leva da usare è quella fisco e la nostra città potrebbe diventare area-test del Paese per zone a fiscalità agevolata». Il sindaco di Milano in tasferta a Londra ha incontrato il sindaco Sadiq Khan e i vertici delle due authority europee, quella dell’European banking, presieduta da Andrea Enria, e l’Ema che regola medicinali e prodotti farmaceutici, guidata da Guido Rasi. «Ci muoveremo su entrambe per poterle avere a Milano – ha spiegato Sala – e i tempi potrebbero essere più veloci del previsto».

Soprattutto per l’Eba che già nel 2017 potrebbe essere trasferita da Londra, con una mossa, pertanto, indipendente dalle dinamiche britanniche sul divorzio anglo-europeo. È solo una possibilità, ma impone un’azione veloce dell’esecutivo che rischia di essere preso in contropiede dai tanti concorrenti, i partner Ue che guardano al dopo Brexit con l’occhio piantato su un business destinato, almeno in parte, a muovere sul continente. Sono di ieri le esplicite avances del premier francese Manuel Valls che ha promesso l’estensione fino a otto anni delle agevolazioni fiscali per chi si trasferisce in Francia, oltre a un punto d'accesso unico per tutte le pratiche burocratiche e a scuole multilingue.

Anche Giuseppe Sala ha insistito sulle imposte per richiamare investitori e operatori in possibile fuga da Brexit. Ha fatto specifico riferimento alla “no tax area” che potrebbe essere introdotta nel contesto del progetto Human Technopole nell’ex Expo dove potrebbe trovare idealmente collocazione l’Ema. L’agenzia sui farmaci alle porte di Milano diverrebbe ulteriore elemento di attrazione per lo sviluppo di un distretto con un' evidente connotazione scientifica. Ai margini di una città «che – ha insistito Sala – offre qualità della vita, trasporti , scuole internazionali, dieci università, e un’offerta immobiliare ancora vantaggiosa».

Diverso è il discorso per l’Eba che, invece, nei progetti del sindaco potrebbe consolidare la tradizione finanziaria milanese. Giuseppe Sala ha incontrato una nutrita delegazione di banchieri e capitani d’industria italiani che operano a Londra per avere suggerimenti sulla direzione da imboccare per rendere Milano più attraente. «Il private equity – spiega Vittorio Pignatti ceo di Trilantic Capital Partners Europe che ha partecipato all’incontro con il sindaco all’Ambasciata italiana – può guardare a Milano con interesse. A Londra ci sono una cinquantina di fondi che operano anche sull’Italia. Il capoluogo lombardo ha infrastrutture e un real estate conveniente. La qualità della vita è certo molto superiore a quella di Francoforte. È necessario però che ci sia un contesto globale accogliente».

Considerazioni non diverse da quelle mosse due giorni fa, in un’intervista al Sole 24 Ore, da Nino Tronchetti Provera di Ambienta a conferma che Milano ha la taglia giusta per attrarre i fondi di private equity che con Brexit sono destinati a ripensare il proprio modello di business. Per essere accogliente però Milano deve dare solide garanzie sulla fiscalità e soprattutto sulla regolamentazione che a Londra temono possa essere troppo opprimente.

Food for thoughts per Giuseppe Sala e per il governo italiano, nella consapevolezza che la corsa per diventare Londra è già cominciata.

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