In crescita quest’anno, ancora meglio nel 2017. Le prospettive del consumo nazionale di macchine utensili restano in Italia ampiamente positive, con un balzo di oltre otto punti previsto per l’anno prossimo. Periodo in cui entrerà in vigore il piano Industria 4.0 del Governo, che per il settore affiancherà agli incentivi esistenti (Sabatini-bis e superammortamento) un iperammortamento del 250% per i prodotti hi-tech legati allo smart manufacturing. «Da anni – scandisce il presidente di Ucimu-Sistemi per produrre Massimo Carboniero – non avevamo in Italia provvedimenti così importanti per le macchine utensili. Sono fiducioso, il messaggio che arriva dal Governo è chiaro: si spostano gli aiuti dalla domanda all’offerta con l’obiettivo di migliorare la competitività del sistema. Abbracciando la visione di un’Italia che deve competere nelle fasce più alte del mercato, dunque investire in tecnologia».

Misure che daranno ulteriore spinta ad un comparto chiave per il made in Italy, quasi otto miliardi di valore in termini di Pil, realizzati da 400 imprese e oltre 30mila addetti, numeri che ci posizionano saldamente ai primi posti delle classifiche mondiali sia per produzione (4° posto) che per export (3°).

La ripresa della domanda italiana, che spingerà nel 2016 le consegne dei costruttori nazionali a ridosso dei due miliardi di euro portando la produzione globale a 5,5 miliardi, arriva nel momento più propizio, proprio in coincidenza del deciso rallentamento dei Bric’s. La cui quota di importazioni globali di macchini utensili si è ridotta in quattro anni di dieci punti, al 25,4 per cento. Trend analogo a quello sperimentato dall’industria italiana, che tuttavia nello stesso periodo ha visto crescere i volumi globali di export, grazie ai progressi ottenuti in altre aree. «Siamo stati in grado di guardare altrove – spiega Carboniero – e questo testimonia la vitalità e la capacità del nostro comparto, che grazie all’elevata customizzazione del proprio output è in grado di mantenere elevata la propria competitività: questo settore rappresenta l’avamposto tecnologico del made in Italy».

Produzione nazionale che dal 4 ottobre sarà in vetrina a Milano in Bi-Mu, 30esima edizione della rassegna che dal 1958 accompagna l’evoluzione del comparto in Italia. Nei padiglioni di FieraMilano, con numeri in crescita rispetto alla precedente edizione, in 90mila metri quadri vi saranno oltre 1000 aziende, per il 43% estere, con quasi mezzo miliardo di euro di macchinari in vetrina.

«Risultato importante – spiega il direttore generale di Ucimu Alfredo Mariotti – soprattutto perché realizzato subito dopo la manifestazione Emo, a testimonianza della volontà delle aziende di investire in un momento in cui la domanda sta tirando». Ad affiancare la tradizionale offerta di macchine utensili e robot vi saranno sezioni dedicate alle nuove tecnologie, con focus specifici su manifattura additiva, potenza fluida, meccatronica e finitura delle superfici.

«Del resto – aggiunge Mariotti – la capacità di evolversi e di interpretare i cambiamenti nel settore è una delle caratteristiche peculiari di questa rassegna. Aggiungere nuove sezioni che riguardano gli sviluppi più recenti è un modo per creare e diffondere cultura, anche nei confronti dei giovani». Accanto ai visitatori business (ne sono attesi 60mila) vi saranno infatti 650 studenti di istituti tecnici superiori, mentre all’interno di un evento organizzato ad-hoc saranno premiate le migliori tesi dedicate al comparto. In prospettiva, il 2017 vedrà per il comparto due novità fieristiche: lo spostamento da Bologna a Milano della rassegna Lamiera (macchinari per la deformazione, con richieste di adesione in netta crescita) e la nascita del nuovo evento, M&MT, dedicato alla meccatronica.

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