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Pensioni, Ape volontaria al via da maggio. Sconto del 50% sugli…

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il cantiere della manovra

Pensioni, Ape volontaria al via da maggio. Sconto del 50% sugli interessi

(Fotogramma)
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Scatterà il primo maggio 2017 il nuovo meccanismo per l’anticipo pensionistico denominato Ape. Che, nel caso di uscita volontaria, garantirà una detrazione fiscale in quota fissa del 50% sulla componente di costo per interessi del prestito-ponte bancario assicurato rimborsabile in vent’anni. In media l’onere per l’Ape volontaria oscillerà tra il 4,6% e il 4,7% per ogni anno di anticipo tenendo conto che si potrà arrivare a un massimo di 3 anni e sette mesi. I requisiti per accedere all’Ape volontaria (o di mercato) restano quelli noti: la sperimentazione biennale parte per i nati tra il 1951 e il 1953 con almeno 20 anni di contributi. A 24 ore dal round conclusivo tra Governo e sindacati sul pacchetto

previdenza, un incontro convocato a Palazzo Chigi e non al ministero del Lavoro come i precedenti, resterebbe ormai da sciogliere un unico nodo: quello delle platee dei lavoratori impegnati in attività “gravose” che verranno ammessi all’Ape social, la versione assistenziale dell’anticipo prevista per quattro macro-categorie che comprendono i disoccupati senza più ammortizzatore attivo, i lavoratori con disabilità, quelli con disabili in famiglia o carichi parentali complessi e, appunto, i “gravosi”.

Dalla definizione della platea dell’Ape social dipenderà anche la dimensione dell’impegno finanziario dello Stato per questo intervento assistenziale che, perlopiù, assicurerà un ponte verso la pensione per chi ha esaurito l’ammortizzatore sociale. In ogni caso l’asticella sarà posizionata sopra i 400 milioni l’anno, mentre il costo dell’intero pacchetto previdenza supererà nel 2017 gli 1,5 miliardi per poi stabilizzarsi in via strutturale a 2,5 miliardi a partire dal 2019.

Sulla platea dei cosiddetti “gravosi” ancora da definire, i tecnici stanno valutando diversi profili occupazionali, una dozzina in tutto, che spaziano dagli operai edili ai macchinisti, dalle maestre d’asilo agli infermieri, dagli assistenti per disabili agli operai agricoli o dell’industria conciaria. Si tratta in diversi casi di profili che potrebbero sovrapporsi con gli “usuranti”, per i quali le regole di anticipo già previste verranno semplificate per garantire l’uscita a un numero maggiore di quello realizzato in questi anni.

Tornando all’Ape volontaria trova conferma l’anticipazione (si veda il Sole 24 Ore di ieri) che verrebbe riconosciuta anche in costanza di rapporto di lavoro: in questo caso il prestito-ponte servirebbe per integrare il reddito da lavoro. Nella stessa logica prevista per la Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita), che potrà essere chiesta in anticipo sul fondo pensione complementare rispetto alla maturazione dei requisiti per la pensione di base beneficiando di una tassazione agevolata e che oscilla tra il 15 e il 9%. Per l’Ape aziendale, attivabile sulla base di accordi tra le parti, l’impresa che finanzierà il prestito-ponte beneficerà a sua volta solo della detrazione in quota fissa al 50% sulla quota interessi.

Queste misure, insieme a quelle sul bonus quattordicesime, estensione della no tax area, cumulo gratuito e accesso agevolato alla pensione per “precoci” e “usuranti”, saranno inserite nella prossima legge di bilancio, che dovrebbe essere varata sabato dal Consiglio dei ministri. Per il pacchetto previdenza nel suo complesso il Governo metterà a disposizione una dote di 6 miliardi in tre anni, come annunciato nelle scorse settimane dal sottosegretario alla Presidenza, Tommaso Nannicini e dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che da mesi stanno lavorando a questi interventi anche attraverso il confronto con i sindacati sfociato nel verbale d’intesa siglato a fine settembre. A sottolineare che con l’accordo raggiunto con il Governo saranno mobilitati 6 miliardi in tre anni a «sostegno» dei «più deboli della società», è stato ieri il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan. A questo proposito la leader della Cgil, Susanna Camusso, si è augurata che l’impegno preso dal Governo sulla dote venga rispettato nell’incontro di domani. Quanto all’impatto sui conti della cosiddetta Ape social, secondo Camusso prima di pensare alle cifre occorre pensare prima alla definizione della platea. Un meccanismo quello dell’Ape che non sembra convincere molto il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi (Ap): «Sembrano consolidarsi nell’ambito della legge di Stabilità ipotesi a carattere molto sociale e poco previdenziale».

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