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La Germania studia l’impianto altoatesino all’insegna…

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La Germania studia l’impianto altoatesino all’insegna dell’economia circolare

In Alta Val d’Isarco, Bolzano, la convivenza fra turismo e attività agricola si era fatta difficile. Da un lato il numero sempre maggiore di visitatori, con una crescente occupazione di terreno per insediamenti industriali e abitativi e una inevitabile riduzione dell’area destinata all’agricoltura e all’allevamento; dall’altro una sempre maggiore richiesta di produzione di latte, necessario per la produzione dei prodotti di pregio dell’Alto Adige. Inevitabile un aumento dei reflui zootecnici (letame e liquame) il cui tradizionale spandimento, anche per la ridotta disponibilità di terreni, non rientra più nei canoni dettati dalle Direttive europee. Per evitare di sopprimere le unità di bestiame in esubero (scendendo sotto la soglia critica di sopravvivenza), 63 allevatori dell’Alta Val di Isarco hanno creato la Biogas Wipptal Srl, proprietario e gestore di un impianto di biogas nel Comune di Val di Vizze (Bz).

Si tratta di una centrale per la digestione anaerobica di letame e liquame, con lo scopo non solo di produrre energia e riscaldamento, ma anche un concime naturale di alta qualità, prodotto dal residuo del processo di digestione anaerobica, il cosiddetto digestato. Un concime naturale privo di odore, che può essere utilizzato sulle colture vinicole e sui frutteti, in un impianto pressoché unico in Europa: per questo motivo è stato inserito tra i pochi progetti italiani che beneficiano degli incentivi europei LIFE+, riconosciuti in forza della funzione di tutela ambientale svolta. E ora un nuovo riconoscimento internazionale: la Germania, rappresentata dal ministero dell’Ambiente tedesco e dall’Agenzia ambientale federale, ha scelto la Biogas Wipptal per un progetto di ricerca e sviluppo internazionale, unica realtà italiana del settore riconosciuta come eccellenza da studiare e replicare: contribuirà a identificare le migliori tecniche disponibili (BAT) nel settore della gestione degli effluenti dalla tenuta di bovini per la produzione di latte.

La valenza del progetto è tale che, tra gli altri, sono divenuti partner anche la cantina di Tramin, la libera università di Bolzano e l’università di Torino, note per i loro progetti di ricerca sull’agricoltura di montagna. Con la firma del contratto concluso con la Germania, i tecnici di Biogas Wipptal sono chiamati a fornire un’analisi approfondita, entro marzo 2019, in materia di trattamento e ricondizionamento di reflui e digestato, per individuare lo stato dell’arte ossia le migliori tecniche disponibili ai sensi della direttiva IED 2010/75/UE. La ricerca si inserisce in un piano d’azione volto a stabilire le possibili linee d’azione per ridurre, a livello di Unione, le emissioni di ammoniaca derivanti dallo spargimento degli effluenti zootecnici come anche le emissioni di sostanze diverse dall’ammoniaca. Molti studi, anche a livello europeo, sono arrivati alla conclusione che i maggiori benefici, anche in termini di miglior rapporto costi-servizi, sono ottenibili attraverso una corretta gestione degli effluenti zootecnici: in particolare è preferibile gestire gli effluenti in un impianto come quello altoatesino piuttosto di spanderli tal quali sui terreni, con conseguenze negative per le acque di falda, l’inquinamento atmosferico e, non ultimo, l’inquinamento olfattivo.

Quello della società altoatesina, fondata da un gruppo di imprenditori agricoli , è un impianto che rispetta a pieno i criteri dell’economia circolare: alimentato dai reflui zootecnici prodotti dalle aziende locali, produce energia elettrica rinnovabile e ottiene, per effetto sinergico, calore impiegato per l’essiccazione del digestato residuo dalla produzione del biogas. Questo, dopo l’essicazione, si trasforma in un fertilizzante totalmente naturale e inodore utilizzabile nelle economie locali del settore caseario, frutticolo e vinicolo. Entrato in funzione a giugno, l’impianto potrà trattare quotidianamente 220 tonnellate di reflui zootecnici, generando una potenza di circa 1 Megawatt. E per ottimizzare il lavoro degli agricoltori sui difficili terreni agricoli alpini, è stato messo a punto un transporter agricolo per lo spargimento ad alta precisione del prodotto.

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