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Toscana a caccia di investimenti esteri per spingere la ripresa

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Toscana a caccia di investimenti esteri per spingere la ripresa

(Fotogramma)
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L’economia toscana avanza piano, con un tarlo endemico e ormai pericoloso: la mancata crescita degli investimenti. A certificarlo è la sede fiorentina di Bankitalia nell’aggiornamento congiunturale di metà anno, presentato oggi dalla direttrice Luisa Zappone e dalla divisione Analisi e ricerca economica territoriale. «I dati incoraggiano un certo ottimismo anche se la ripresa resta anemica», ha detto Zappone.

L’elemento positivo è che nel 2016 l’economia toscana sta proseguendo sulla strada di «moderata crescita» imboccata nel 2015, anche se nella prima parte dell’anno «il recupero ha interessato solo alcuni settori» (in particolare la meccanica, mentre è calata la moda). Il sostegno dell’export, fondamentale nel periodo della crisi, si è ridimensionato (+0,9% nei primi sei mesi), ma si è accompagnato a un «miglioramento della domanda interna nella componente dei consumi durevoli». Qualche segnale arriva dal mercato del lavoro (+0,8% l’occupazione nel primo semestre), mentre il credito al settore produttivo resta al palo.

La prospettiva, a questo punto, è che l’anno si chiuda in linea con la media italiana (+0,7/+0,8% la crescita prevista del Pil), e dunque in linea con l’andamento registrato dalla Toscana l’anno scorso. «L’impressione è che la Toscana sia andata un po’ meglio della media italiana negli anni passati, ma che ora sia entrata nel gruppone con le altre regioni», ha spiegato Guglielmo Barone, responsabile del gruppo di ricerca.
Se da un lato le aziende industriali di una certa dimensione continuano a marciare (la maggioranza del campione intervistato da Bankitalia, formato da 200 imprese con più di 20 addetti, ha dichiarato di aver aumentato il fatturato nei primi nove mesi del 2016 soprattutto grazie alle vendite all’estero), dall’altro lato preoccupa il fatto che a questa crescita dei ricavi non si accompagni quella degli investimenti.

Il 60% del campione ha infatti risposto di non prevedere nuove operazioni. «Gli investimenti sono la variabile fondamentale del ciclo che sta andando male - ha aggiunto Barone - siamo molto al di sotto del periodo pre-crisi e questo pone un vincolo sulla capacità produttiva del sistema. Un’economia che investe così poco per un periodo prolungato intacca il prodotto potenziale». E ancora: «I mancati investimenti sono un freno alle possibilità di sviluppo a medio termine: per questo vediamo con favore gli incentivi agli investimenti previsti nella Legge di bilancio».

Sul fronte creditizio, la Toscana sconta ancora uno stock di crediti deteriorati di gran lunga superiore alla media italiana (30,2% a giugno 2016, circa sette punti in più dell’Italia), anche se le nuove sofferenze calano leggermente (3,3%). Nel complesso il credito erogato all’economia toscana segna un piccolo incremento (+0,9% su base annua a giugno 2016) grazie alla spinta delle famiglie, mentre il settore produttivo resta «pressoché stazionario».

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