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Istat lima le stime sul Pil 2016: +0,8%. Bene gli…

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la ripresa difficile

Istat lima le stime sul Pil 2016: +0,8%. Bene gli investimenti

(Olycom)
(Olycom)

Le previsioni dell’Istat sull’economia italiana nel 2016 e 2017 fotografano una prosecuzione della lieve ripresa avviata nel 2015 e confermano in sostanza il moderato ottimismo dichiarato dal governo nei giorni scorsi: il Pil del Paese, dice l’istituto di statistica nella nota diffusa oggi, crescerà per quest’anno dello 0,8% e dello 0,9% l’anno prossimo. Dati positivi, ma rivisti in ribasso rispetto alle precedenti stime.

Il traino a questo pur debole incremento è da attribuire soprattutto alla ripresa della domanda interna (+1,2% per quest’anno e +1,1% il prossimo), mentre cala la domanda dall’estero. L' Istat spiega che «tra l'attuale quadro di previsione e quello presentato a maggio 2016, il tasso di crescita del Pil per l'anno corrente è stato rivisto al ribasso di 0,3 punti percentuali».

PRODOTTO INTERNO LORDO
Anni 2013-2017, valori concatenati per le componenti di domanda; variazione percentuale sull’anno precedente. (Fonte: Istat)

Dati positivi anche per quanto riguarda l’occupazione, con un aumento stimato dei posti di lavoro dello 0,9% a fine anno (è il dato più alto dall’inizio della crisi) e una diminuzione del tasso di disoccupazione, che scenderà nel 2016 all’11,5 per cento. Il trend positivo dovrebbe proseguire anche nel 2017, sebbene a ritmi più contenuti, con un aumento delle unità di lavoro dello 0,6% e la disoccupazione all’11,3%.

Bene anche la spesa dei consumi delle famiglie che, in termini reali, è stimata in aumento dell’1,2% per quest’anno, sostenuta da un incremento del reddito disponibile e dal miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro. La crescita della spesa dovrebbe continuare, con gli stessi ritmi, anche nel 2017 (+1,1%).

È previsto inoltre un rafforzamento degli investimenti, stimati a +2 nel 2016 e in ulteriore accelerazione nel 2017 (+2,7%). «Oltre che al miglioramento delle attese sulla crescita dell’economia e sulle condizioni del mercato del credito – si legge nella nota diffusa dall’Istat – gli investimenti beneficerebbero delle misure di politica fiscale a supporto delle imprese».

Se dunque la fotografia dell’Istat è tutto sommato positiva, lo stesso istituto di statistica mette in guardia sulle possibili incertezze - soprattutto sui mercati finanziari internazionali - che potrebbero ripercuotersi sullo scenario italiano. In particolare, rimangono margini di incertezza sull’andamento dei mercati emergenti, che in passato avevano contribuito molto a spingere la domanda dall’estero, che ora si prevede in diminuzione. Va inoltre notato che buonaparte delle esportazioni italiane sono state trainate quest’anno dagli Stati Uniti, favorite sia dall’apprezzamento del dollaro sull’euro, sia dal buon andamento dell’economia statunitense: tutti elementi che le stime dell’Istat prevedono confermate per i prossimi mesi. Si prevedono ritmi di crescita moderati delle importazioni e delle esportazioni, in linea con gli andamenti del ciclo economico mondiale. Per il 2016 le esportazioni di beni e servizi aumenterebbero dell’1,6% per poi rafforzarsi nell’anno successivo (+2,7%), stimolate anche dal deprezzamento dell’euro. Previsto in attivo anche il saldo attivo della bilancia commerciale in percentuale del Pil, che dovrebbe raggiungere un livello pari al +3,6% nel 2016 ed al +3,4% nel 2017.

Il rallentamento delle principali economie emergenti influenzerà tuttavia l’andamento dei flussi commerciali, con un brusco rallentamento delle esportazioni, mentre per il 2017 si prevede una ripresa dei flussi commerciali, in particolare delle importazioni. La crescita dell’economia italiana sarà perciò da attribuire soprattutto alla domanda interna, spinta dalla spesa delle famiglie più che da quella in beni capitali. Nel 2017 l’attesa accelerazione degli investimenti e la minore vivacità dei consumi determinerebbero comunque un contributo ampiamente positivo della domanda interna.

Dopo i ritmi di crescita sostenuti registrati nel 2015 e nel primo trimestre del 2016, i consumi delle famiglie hanno mostrato una decelerazione nel secondo trimestre e si prevede una evoluzione ancora moderata nei prossimi mesi, supportata dall'andamento positivo del mercato del lavoro e dai livelli contenuti dell’inflazione. Nel 2017 si attende il proseguimento dell’attuale tendenza, anche se la ripresa dell’inflazione porterà ad un contenimento dell'aumento del potere di acquisto.

Importante il dato sugli investimenti che, sebbene «con andamento intermittente, nel corso del 2016 si sono rafforzati», sostenuti in particolare «dalle robuste misure di politica fiscale a favore delle imprese e dal miglioramento delle condizioni sul mercato del credito».

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