
Accumoli sverna sul mare di San Benedetto del Tronto. In 350 sono alloggiati negli alberghi della Riviera, affollata di reduci del terremoto del 24 agosto e di palme rigogliose. Stefano Petrucci, il sindaco di Accumoli che con San Benedetto fa la spola da anni, all'indomani del sisma non ebbe dubbi: «Tutti al mare», una scelta che col passare delle settimane e la doppia scossa della fine di ottobre è apparsa oltre che lucida anche preveggente.
Pasqualino Piunti, il sindaco di San Benedetto, ha accolto gli sfollati come degli esuli ritornati alla terra natìa. Ormai le famiglie di Accumoli sono gli ospiti d'onore di San Benedetto: Save the children organizza all'hotel Relax i doposcuola per i figli dei terremotati e sempre per loro si spalancano i corsi pomeridiani di judo, danza, nuoto e calcio. Ogni luogo è buono per riunirsi e discutere del tema eterno della ricostruzione.
Le casette di legno saranno pronte a inizio primavera. Fino ad allora è obbligatorio rassegnarsi a un'attesa che durerà tutto l'inverno.
Si tratta di capire come ingannare il tempo. Le donne di Accumoli, con la lana regalata da alcuni negozi, confezionano lunghe sciarpe policrome che vanno a ruba, tanto che si pensa di metterle in vendita nei mercatini di Natale. Il problema sono gli uomini anziani, alcuni dei quali, a forza di colazione, pranzo e cena, come osserva scherzando Emilio Perozzi, proprietario del Désirée, «stanno lievitando».
Ed è proprio lo slancio degli alberghi che hanno aderito all'appello lanciato dalla Protezione civile uno degli esempi più autentici di solidarietà. Vero che gran parte delle strutture ricettive in questione si erano svuotate all'indomani del 24 agosto, ma altrettanto vero che le regole d'ingaggio appaiono particolarmente vantaggiose per la Regione Lazio, l'ente cui toccherà sborsare 40 euro al giorno per la pensione intera di ogni sfollato (35mezza pensione e 25 solo con prima colazione). Una cifra inferiore di cinque euro da quella fissata per gli sfollati dell'Aquila nel 2009. Per non lasciare al caso il livello minimo di comfort, sono stati selezionati solo alberghi che disponessero di impianti di riscaldamento, una condizione che ha escluso un numero significativo di strutture.
Tutto è filato relativamente liscio, almeno fino a quando gli albergatori non hanno battuto cassa. Alcuni tra i più esposti, a quasi tre mesi dal sisma, hanno sollecitato il neopresidente degli albergatori della Riviera delle palme, Gaetano De Panicis. Che dice: «Alberghi con centinaia di ospiti hanno anticipato decine e decine di migliaia di euro: la Regione Lazio deve accelerare».
L'altro tema oggetto di interminabili discussioni sono le previsioni sulla prossima stagione estiva. E come arginare la fuga dei turisti. De Panicis traccia la distinzione tra appennino marchigiano e area marina: «Dalle nostre parti sentiamo le scosse come si avvertono a Roma. C'è qualcuno che per questo non andrà più nella Capitale? Impensabile. In gennaio comincia la campagna di prenotazione dall'estero. E noi vogliamo tornare a lavorare come abbiamo fatto fino a un minuto prima delle 3.36 del 24 agosto».
© Riproduzione riservata