Economia

Da Anie tre driver per la crescita

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la questione industriale

Da Anie tre driver per la crescita

Marka
Marka

Le imprese elettroniche ed elettrotecniche italiane sono pronte ad accompagnare l’intero sistema manifatturiero nazionale verso la quarta rivoluzione industriale. È l’impegno assunto dal nuovo presidente di Anie (la federazione di Confindustria che riunisce 14 associazioni del settore), Giuliano Busetto, eletto ieri dall’assemblea dei soci. Busetto ha indicato in particolare tre driver di sviluppo per il futuro. Oltre alla digitalizzazione del manifatturiero, sono giudicati altrettanto strategici lo sviluppo di un sistema infrastrutturale intelligente e la definizione di un nuovo modello di mercato elettrico, integrato grazie alle nuove tecnologie.

“Prioritarie questione energetica, digitale e infrastrutture”

Giuliano Busetto, neopresidente Anie 

Le imprese di Anie, che nel 2016 vedranno ancora crescere il loro fatturato, ma a un ritmo inferiore rispetto all’anno scorso (+0,8% per un totale di 54 miliardi, con andamenti diversi per singolo settore) hanno le tecnologie abilitanti per percorrere queste linee di sviluppo traversali. Una consapevolezza espressa dal presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ieri ha ribadito la necessità di lavorare, per la competitività nazionale, su fattori di sviluppo traversali ai settori.

LA COMPOSIZIONE

«L’inversione di tendenza non si è ancora tradotta in ripresa, il recupero dal 2008 è lontano - ha ammonito -: dobbiamo lavorare per rinnovare e modernizzare la società, favorendo una politica dei fattori e dell’offerta, a prescindere dalle distinzioni settoriali». Questione energetica, digitale e infrastrutture sono le leve competitive dello sviluppo futuro: Boccia ha annunciato che all’inizio dell’anno prossimo Confindustria lancerà un’agenda per la competitività di medio termine e Anie, in quest’ottica, è un interlocutore privilegiato.

Busato ha mostrato di avere chiare le idee sull’evoluzione dei prossimi anni. Il paese ha innanzitutto bisogno di un «sistema di infrastrutture intelligente - ha spiegato -, e ciò che lo rende tale è l’applicazione di una serie di tecnologie caratterizzanti che consentono sicurezza, funzionalità operativa, controllo e interconnessione». Anie ha il dominio delle tecnologie innovative e smart nelle reti, nella mobilità e nelle città intelligenti: per questo il neopresidente pensa a un ruolo più forte delle imprese del settore e delle tecnologie nel processo di adeguamento in sicurezza degli impianti e in generale per la sicurezza abitativa (si pensi per esempio alla attuazione del nuovo codice degli appalti pubblici al progetto Piano Casa Italia lanciato dalla Presidenza del Consiglio all’indomani del sisma che ha colpito il Centro Italia).

Il secondo driver individuato dalla nuova presidenza è legato all’energia e in generale all’efficienza energetica nei diversi mercati finali di riferimento.

«Dal punto di vista del mercato - ha sintetizzato Busetto - stiamo vivendo una evoluzione verso la generazione distribuita, l’integrazione delle rinnovabili nel sistema e la necessità di contemplare nuove figure e nuovi modelli di business». Anie intende sostenere le tecnologie più innovative, tra cui i sistemi di accumulo, i sistemi per la mobilità elettrica, la produzione da fonti rinnovabili.

L’ultimo driver di sviluppo è, come detto, legato alla necessità di accompagnare le imprese manifatturiere italiane verso la digitalizzazione. «Il futuro della smart factory - ha detto il presidente - passa attraverso la progressiva adozione di tecnologie abilitanti e caratterizzanti. Le tecnologie elettroniche, dell’automazione, meccatroniche e del software già oggi presenti in Anie e in fase di innovazione e di integrazione orizzontale sono indispensabili per questo sviluppo». Il dg del Mise, Stefano Firpo, intervenuto in videoconferenza, ha sottolineato come il piano Industria 4.0, da poco varato dal Governo, intende, tra le altre cose, «aggredire il problema rappresentato dalla bassa produttività». Obiettivo condiviso da Anie: in parallelo con la «messa a terra» delle nuove tecnologie, Busetto, esprimendo apprezzamento per il piano («tra le tecnologie abilitanti - ha ricordato - sono state inserite anche alcune tipologie di software industriale verticale che aumentano la flessibilità e migliorano la produzione produttiva) ha posto l’accento sulla necessità di formare nuove professionalità e favorire il reskilling dei lavoratori più maturi

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