Economia

Autostrade del mare, cresce l’attività di Grimaldi a Taranto

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MARITTIMA

Autostrade del mare, cresce l’attività di Grimaldi a Taranto

È positivo il bilancio che il gruppo armatoriale Grimaldi fa dell’inserimento del porto di Taranto nelle autostrade del mare a due mesi dall’avvio. Attraverso il traffico ro-ro, ovvero carichi di merce non accompagnati, cioè privi di autista, due volte alla settimana la nave Eurocargo Livorno scala Taranto. Lunedì arrivando da Catania e proseguendo per Civitavecchia e Genova e mercoledì lungo il percorso contrario scendendo da Nord a Sud. Sicilia, Puglia, Lazio, Lombardia, Piemonte e Liguria, i mercati serviti.

«A ciò si aggiunga che arrivare a Genova significa irradiarsi in Francia» spiega a Taranto Giorgio Grimaldi, direttore commerciale del gruppo che ha all’attivo 13mila dipendenti diretti, 150 navi, 4 miliardi di euro investiti negli ultimi dieci anni, 130 porti scalati e 50 Paesi serviti.

Per ora le autostrade del mare registrano da Taranto una media di 120 rotabili alla settimana «ma nell’ultima settimana abbiamo registrato un numero più alto: 160». «E siamo aperti ad una possibile evoluzione – aggiunge – perchè quando aumentano i numeri di traffico, aumentano anche i viaggi».

«Diamo immediatamente la possibilità alle aziende del Sud di poter essere collegate in maniera più economica e competitiva con tutti i nostri scali – specifica Grimaldi –. Perchè come esiste la conteinerizzazione della merce, così esiste la trailerizzazione che consiste appunto nel far viaggiare via mare, sulle navi, merci che prima viaggiavano su strada percorrendo centinaia di chilometri. Noi siamo passati da 3 milioni di tonnellate di merci ai 24 milioni di quest’anno. Con la Spagna abbiamo 14 navi alla settimana che toccano Barcellona e Valencia».

Questa modalità di movimentazione, sottolinea Grimaldi, è accessibile anche alle merci più comuni. «Da Genova verso Taranto, per esempio, stiamo movimentando panettoni e acque minerali. Senza trascurare il doppio vantaggio del ro-ro: ecologico, con l'abbattimento delle emissioni di CO2 dal 40 al 60% in quanto togliamo traffico pesante da strade e autostrade, ma anche competitivo, perchè costiamo il 50% in meno». In pratica, col non accompagnato il carico viene sganciato dalla cabina di guida al porto di imbarco ed agganciato ad un’altra cabina in quello di sbarco da dove poi giunge a destinazione.

Le autostrade del mare rientrano nel progetto di riposizionamento del porto di Taranto. A tal fine il Governo vuole inserire nella legge di Bilancio un emendamento per finanziare la costituzione, da parte dell’Autorità portuale di sistema, dell’Agenzia del lavoro portuale. Che non va intesa – spiega Ivano Russo, del gabinetto del ministro dei Trasporti – come ammortizzatore sociale che per 36 mesi assorbe e indennizza i lavoratori disoccupati, ma strumento che, unendo tutela del reddito e riqualificazione professionale, ridà una prospettiva a scali e a portuali che sinora hanno fatto solo transhipment di container (il caso di Taranto appunto). Attività che, se unica, non può più reggere vista la competizione internazionale. Un’Agenzia di riconversione, quindi, per allargarsi a nuove iniziative: ro-ro, logistica, crociere (a Taranto i primi approdi dell’ inglese Thomson Cruises nel 2017 e si stanno programmando quelli del 2018).

«ll porto dev’essere la principale infrastruttura dell’intera filiera logistica mettendo in rete la produzione e la destinazione della merce»: così spiega la nuova mission il presidente dell’Authority, Sergio Prete. «Obiettivo primario di Taranto e del porto – conclude – è creare la convenienza affinchè gruppi imprenditoriali, produttivi e logistici si insedino nelle aree retroportuali di Taranto o utilizzino il porto di Taranto per il loro import-export».

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