I commissari straordinari di Mercatone Uno hanno annunciato un nuovo bando maggiormente flessibile per la vendita del gruppo proprio mentre la Guardia di Finanza, su ordine della magistratura bolognese, completava perquisizioni tra Dozza, in provincia di Bologna, Milano e Rimini, nei confronti di dieci tra ex soci e amministratori di Mercatone Uno, a partire dal patron Romano Cenni e dal suo socio storico Luigi Valentini, nell’ambito di una inchiesta per bancarotta fraudolenta per distrazione.
Un risvolto giudiziario scaturito dalla relazione sullo stato passivo dell’azienda firmata dagli stessi commissari Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari, alla guida del gruppo di Imola dall’aprile del 2015 sulla base della legge Marzano. La relazione aveva infatti rilevato anomalie nei bilanci che mascherano, secondo la Procura, il depauperamento dell’azienda di liquidità e immobili – per quasi 300 milioni – attraverso due società del Lussemburgo che fanno capo agli stessi Cenni e Luigi Valentini.
L’inchiesta, che ha portato anche al sequestro di 170 milioni di beni immobili, è stata accolta con soddisfazione dai commissari mentre un incontro al Mise metteva il sigillo del via libera alla richiesta di una proroga fino al 14 gennaio del 2018 del ricorso alla cassa integrazione in deroga per i 3.405 dipendenti del gruppo, in amministrazione straordinaria dall’aprile del 2015. La proroga è necessaria per poter procedere con un secondo bando per la cessione dell’azienda che prevede condizioni di vendita maggiormente flessibili e coerenti con le indicazioni arrivate dal mercato, dopo il flop del primo bando, andato deserto, per la vendita dell’intero compendio aziendale. Il gruppo, con 78 punti vendita dei quali 59 operativi e tre di prossima riapertura, si presenta al nuovo appuntamento con maggiore forza rispetto all’anno passato. Mercatone Uno ha chiuso infatti il 2016 con un fatturato di 344 milioni di euro, pari a un incremento del 12,3% rispetto al 2015. Risultati inferiori alle aspettative dei commissari ma pur sempre tali da far sperare nell’individuazione di un investitore – operatore industriale o finanziario – capace di rilanciare il gruppo salvaguardando l’occupazione. E con il sequestro preventivo disposto dalla magistratura, e motivato dalla necessità di evitare una ulteriore dispersione di beni a tutela dell’azienda, dei lavoratori e dei creditori, anche lo spazio di manovra per i commissari straordinari si amplia. In una prima fase, subito dopo il commissariamento disposto dal Mise, era stato lanciato un avviso pubblico per la raccolta di manifestazioni di interesse non vincolanti.
Ne erano arrivate una sessantina, delle quali dieci riguardavano tutto il compendio aziendale. Un interesse che non si era successivamente concretizzato con la vendita. Il nuovo programma di cessione autorizzato dal Mise insieme alla proroga della cassa integrazione straordinaria prevede tre opzioni. Le offerte che avranno la corsia preferenziale restano quelle che comprendono l'intero perimetro dei 78 punti vendita esistenti e dei dipendenti in forza al momento della cessione. Ma verranno prese in considerazione anche offerte di acquisto per i soli negozi già operativi, e quindi non per tutto il compendio, e in subordine per asset aziendali. Una flessibilità che dovrebbe garantire maggiormente la continuità aziendale, il mantenimento dei posti di lavoro e l’indotto di Mercatone Uno.
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