Il governatore della Regione Puglia, Michele Emiliano, torna a premere sul Governo perchè l’Ilva sia decarbonizzata, ovvero abbandoni il carbon coke e si riconverta col gas. Emiliano oggi ne ha discusso col ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda. Per Emiliano, è «un miracolo che si sia ricominciato a discutere col Governo. Dopo quasi 18 mesi di mio governo della Regione Puglia, si è riaperto il dialogo con Palazzo Chigi e di questo non posso che essere contento». Emiliano, ovviamente, in questa particolare fase politica che riguarda anche le vicende del Pd, ha tutto l’interesse a marcare il diverso atteggiamento del Governo Gentiloni rispetto a quello guidato da Matteo Renzi.
Sull’Ilva, riferisce Emiliano dopo l’incontro con Calenda, «il Governo ha compreso l’importanza del processo di decarbonizzazione. Ovviamente il ministro ha precisato che quest’aspetto non deve in nessuna maniera scoraggiare i possibili acquirenti dello stabilimento. E su questo abbiamo assolutamente condiviso. Mi auguro – aggiunge Emiliano – che entrambe le cordate che si stanno accingendo a formulare le offerte di acquisto dell’Ilva, possano inserire nei loro progetti di medio e lungo periodo il processo di decarbonizzazione in modo tale da mettere in sicurezza definitiva lo stabilimento». Da rilevare, tuttavia, che appena qualche giorno fa Emiliano sul tema era stato più netto. Aveva chiesto infatti al Governo di inserire la decarbonizzazione tra i criteri di scelta dell’offerta vincitrice e annunciato che la Regione Puglia avrebbe fatto opposizione se la nuova proprietà dell’azienda non avesse accettato la riconversione col gas. Il Governo gli aveva risposto osservando che la legge prevede che sia l’acquirente a indicare la tipologia produttiva dell’Ilva, presentando il relativo piano, che poi deve essere approvato dall’esecutivo, e che il gas è una delle opzioni possibili come le altre. E da quello che è noto già da alcuni mesi, delle due cordate in campo per l’Ilva chi s’è pronunciato per un sistema misto, cioè parte ciclo integrale attuale riammodernato e parte gas, è Arvedi che è in cordata con Jindal, Delfin di Leonardo Del Vecchio e Cassa Depositi e Prestiti (l’altra cordata, invece, vede insieme Arcelor Mittal con Marcegaglia).
Ma quale gas dovrebbe approvvigionare l’Ilva? Emiliano dice che c’è quello che arriverà (nel 2020) col gasdotto Tap, i cui lavori di costruzione in Puglia devono però ancora cominciare e sono in ritardo. Anche perché la stessa Regione non dà l’ok all’espianto degli ulivi nella zona del microtunnel a Melendugno (Lecce). E la Regione contesta anche l’approdo a Melendugno benchè abbia la Valutazione di impatto ambientale favorevole. A Calenda il governatore ha fatto presente che in Puglia non ci sarà solo Tap ma anche il gasdotto Snam e quello Poseidon (quest’ultimo attualmente localizzato e autorizzato a Otranto). «Dovendo ospitare questi impianti – rileva Emiliano –, la Puglia ha titolo per chiedere compensazioni ambientali e per discutere della loro localizzazione. Vorremmo che arrivassero più o meno nello stesso punto in modo che l’impatto ambientale sia minimizzato».
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