Economia

C'è un baco nel cuore dell'affaire Ilva: l’asta potrebbe…

  • Abbonati
  • Accedi
siderurgia

C'è un baco nel cuore dell'affaire Ilva: l’asta potrebbe andare in fumo

C’è una bomba, pronta ad esplodere, nel cuore della vicenda Ilva. È una bomba giuridica. In grado di spaventare gli acquirenti e di mandare deserta l’asta. O che, ancor peggio, qualora invece l’asta si svolgesse, potrebbe in un secondo tempo renderla non valida. Il punto è squisitamente giuridico: il decreto del ministero dell’Ambiente è difforme rispetto alla legge sull’Ilva. Dice cose diverse.

In merito ai tempi in cui i lavori per l’ambientalizzazione devono essere attuati e in merito al profilo industriale che l’impianto è tenuto ad avere nei prossimi anni. Due temi che sono il succo della questione Ilva. Primo punto: il termine

ultimo per i lavori è fissato, nel decreto ministeriale, al 23 agosto del 2023. Peccato che, nella legge nazionale sull’Ilva che ha assorbito il piano dell’Aia, il termine indicato sia il 2018. Il secondo punto riguarda, invece, la capacità produttiva dell’acciaieria. Il decreto ministeriale indica che la produzione non potrà superare le sei milioni di tonnellate di acciaio all’anno. Tanti o pochi? Non importa. In questo caso non si entra nel merito. In questo caso, la questione è che l’Aia prevede 8 milioni di tonnellate.

L’Aia adesso è una legge dello Stato. E come è possibile che l’asta per la vendita dell’Ilva sia modellata su un decreto ministeriale che esprime obblighi differenti rispetto a una legge dello Stato, da cui tutta la procedura si origina? Nel drammatico affaire dell’Ilva, che ha prodotto effetti rovinosi sul groviglio tutto italiano giustizia-economia-politica e che ha creato un enorme buco finanziario

dal perimetro ancora da definire, ci mancava soltanto la pietra di inciampo nell’ultimo miglio. Una pietra di inciampo di cui hanno iniziato ad accorgersi quanti devono mettere i soldi. Cassa Depositi e Prestiti, imprese italiane e multinazionali. Di entrambe le cordate.

È bastato fare una lettura incrociata del decreto ministeriale e della legge nazionale sull’Ilva. Ed è bastato ricordarsi che un decreto ministeriale non può porsi al di sopra di una legge nazionale. Vedremo che cosa succederà nei prossimi giorni.

© Riproduzione riservata