Economia

Pedini punta sulla Cina e sulla digitalizzazione

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il futuro delle marche - il caso aziendale

Pedini punta sulla Cina e sulla digitalizzazione

Una cucina Pedini
Una cucina Pedini

Ci sono la Cina, una decisa spinta verso la digitalizzazione, il potenziamento della linea bagno e un incremento degli addetti (oggi sono 70, ndr) nell’immediato futuro di Pedini Cucine, azienda che ha a Lucrezia il suo quartier generale. Il 2016, del resto, è stato un anno ampiamente positivo: +10% del fatturato, che sfiorerà i 18 milioni di euro, accompagnato da una crescita consistente sui mercati esteri. Risultati in linea con la maggior parte dei brand marchigiani dell’arredamento, che chiudono l’anno con segni positivi dopo anni di crisi, che hanno cancellato decine di aziende di ogni dimensione e che hanno interessato anche le aziende abituate a non andare oltre i confini nazionali; queste ultime hanno beneficiato dei bonus fiscali inseriti nella precedente finanziaria e non più disponibili.

“Trend di crescita a due cifre grazie ai continui investimenti in ricerca e sviluppo”

Daniele Radi, numero uno di Pedini Cucine 

«Una mancanza che potrà provocare un leggero calo sui consumi, ma credo che gli italiani siano consapevoli di essere in una fase più positiva rispetto agli anni della crisi e consapevoli che gli acquisti di mobili che avevano rimandato non sono più procrastinabili». È ottimista Daniele Radi, numero uno di Pedini Cucine: l’azienda ha un trend di crescita a due cifre che va avanti da un triennio, «conseguenza anche dei continui investimenti in ricerca e sviluppo».
«Proprio in queste settimane – sottolinea il presidente - stiamo sviluppando, in collaborazione con uno studio specializzato, un sistema che attraverso l’utilizzo di uno smartphone interagisce con alcune funzioni della cucina: dal controllo della qualità nell’ambiente fino all’invio di alert nel caso di fughe di gas, di perdite d’acqua e altro».

L’inizio di un percorso obbligato verso la fabbrica 4.0 e la creazione di prodotti digitali, intelligenti e funzionali alle nuove esigenze dei clienti.
Il 2017 sarà anche per Pedini Cucine l’anno di un’ulteriore spinta all’estero, dove l’azienda realizza l’85% del fatturato. Oggi, il mercato principale è quello americano, «tornato a livelli di pre-crisi grazie a una forte ripresa del mercato immobiliare», seguito da Qatar, Colombia, Regno Unito, Messico, Francia, Canada, Russia, Malesia e Libano. Tutto è pronto per lo sbarco in Cina, dove è stato appena siglato un accordo con un distributore, attivo sul mercato con 40 punti vendita diretti e indiretti, «che prevede l’apertura di altri store paralleli all’organizzazione esistente su tutte le principali metropoli».

Non solo per Pedini Cucine, la Cina sta diventando per le aziende mobiliere delle Marche uno dei maggiori mercati al mondo per l’importazione di prodotti di largo consumo e di lusso e le notevoli opportunità di business stanno attirando molti brand internazionali. «Per avere successo in questo mercato – racconta Radi -, è essenziale la conoscenza dei gusti dei cinesi e delle norme imposte alle aziende estere: l’aver trovato un partner serio e affidabile, ci ha convinto a investire su questo mercato».
In contemporanea, ci sarà il consolidamento della linea bagno, strada aperta già nel 2005 e finora mai percorsa con convinzione. «La nuova produzione è conseguenza del nostro ingresso prepotente nel segmento contract – spiega Radi –: oggi questo mercato ci chiede la fornitura di bagni, quasi sempre in numero doppio o triplo rispetto alle cucine». Nei programmi dell’azienda c’è anche la creazione in Italia di una rete vendita dedicata, che si occupi di distribuzione nel canale dei rivenditori dei sanitari.

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