Economia

Mattarella in missione tra Pechino e i centri del business cinese

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INTERNAZIONALIZZAZIONE

Mattarella in missione tra Pechino e i centri del business cinese

Pechino (Afp)
Pechino (Afp)

Si apre una settimana intensa (e straordinaria) per l’Italia in Cina, con la visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella (dal 21 al 26 febbraio), la quarta edizione del Business Forum Italia-Cina (saranno firmati accordi importanti) e una missione di sistema con una nutrita delegazione di imprese e istituzioni e la presenza, per il Governo, del sottosegretario allo Sviluppo, Ivan Scalfarotto.

Per la cronaca, l’ultima missione di questo tipo risale al 2010: la stella politica di Xi Jinping era ancora di là da venire, ma per i tempi della Cina si tratta di un’era geologica fa.

I tempi sono cambiati e cambieranno ancora, velocemente, in questo Paese grande quanto un continente. Il presidente Sergio Mattarella affronterà un vero e proprio tour de force, a partire dall’incontro a Pechino con il presidente cinese Xi Jinping e con il premier Li Keqiang; poi incontrerà la comunità d’affari a Pechino, a Shanghai sarà ricevuto dal nuovo sindaco e terrà una lectio magistralis all’università Fudan; andrà a Chongqing, la città da 33 milioni di abitanti nel centro della Cina; quindi farà tappa a Xian, l’antica capitale, per ripartire infine alla volta di Roma. Un impegno che sta a dimostrare l’attenzione della presidenza italiana per un Paese come la Cina, che conta sempre di più nell’economia e negli equilibri mondiali.

Una Cina che, come riassume l’Ufficio studi CeSIF della Fondazione Italia Cina, deve affrontare nel 2017 sfide molto difficili, ma in questo contesto può riservare anche molte opportunità legate alle nuove politiche industriali e di sviluppo adottate da Pechino.

«L’Italia guarda con forte interesse alla strategia cinese e l’industria italiana si propone verso la Cina come il partner affidabile con molteplici specializzazioni, elevate componenti creative e innovative e la massima attenzione alla qualità e alla sostenibilità produttiva – afferma Licia Mattioli, vicepresidente di Confindustria con delega all’internazionalizzazione e capo delegazione delle aziende di Confindustria - . Contrariamente ai precedenti incontri, questa edizione del Business Forum Italia-Cina affronta finalmente i due più importanti piani d’azione del governo cinese: Obor (One belt one road) e Made in China 2025, che attirano un interesse crescente e diffuso tra le nostre imprese. L’industria italiana qui, oggi, si propone come partner nei programmi di sviluppo della Cina. La missione inoltre – precisa Licia Mattioli - prevede la presenza dei nostri due Politecnici più importanti, quello di Torino e quello di Milano, che già hanno, da tempo, accordi di collaborazione con quelli cinesi».

Il Business Forum sarà l’occasione di lancio del neo-costituito Polo dell’internazionalizzazione e dell’export del gruppo Cassa depositi e prestiti, formato da Sace e Simest. Il Polo è rappresentato al Business Forum di Pechino dalla Simest, di cui sarà presente il presidente Salvatore Rebecchini. Con la capogruppo Cassa depositi e prestiti i due enti hanno dato vita a un unico punto di accesso a una gamma completa di prodotti per le imprese che vogliono crescere all’estero: finanziamenti agevolati, export finance, equity, garanzie finanziarie, assicurazione dei crediti, cauzioni e servizi di smobilizzo dei crediti, advisory e recupero crediti. Un sistema unico in Europa di sostegno all’export e all’internazionalizzazione, un vantaggio competitivo per le aziende italiane.

La Cina nel portafoglio Simest la fa da padrona: su un totale di 236 aziende, ben 48 sono cinesi (contro le 27 in Brasile e le 18 in India e negli Usa). Il supporto di Sace alle aziende italiane attive sul mercato cinese, invece, va a sostegno dei progetti di sviluppo internazionale fornendo garanzie finanziarie. L’abbondante liquidità del mercato e la capacità del sistema bancario di rilasciare finanziamenti a medio-lungo termine fa della Cina un territorio di relativamente difficile penetrazione per i servizi di export credit e assicurazione dei crediti. Però negli ultimi due anni Sace ha registrato un incremento delle transazioni realizzate sotto forma di credito fornitore, il che riflette il cambio di modello di sviluppo cinese: le aziende e i consumatori locali preferiscono macchinari e prodotti italiani di qualità molto elevata. Proprio in questi settori, dove si concentrano le attività di imprese di dimensioni piccole e medie, Sace ha allo studio diversi nuovi progetti nel Paese, principalmente per quanto riguarda la meccanica e il comparto alimentare, e specialmente in ambito agricolo e zootecnico che rientrano, guarda caso, nei “Ten Key Sectors for Priority Promotion” del programma Made in China 2025.

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