Dopo il recente convegno di Napoli sulle chiese del Sud (tema: «Chiesa e lavoro, quale futuro per i giovani»), tre diocesi della Puglia, Taranto, Castellaneta e Oria, che ricadono nella stessa provincia di Taranto, hanno stretto un accordo con Confagricoltura Taranto. Obiettivo: accompagnare e formare i giovani che cercano lavoro ad un possibile percorso di impresa agricola. «Supportare giovani e non che intendano mettersi in proprio con percorsi formativi di accompagnamento alla creazione di impresa o con qualsiasi altro strumento e/o risorsa idonea a poter fornire ad essi qualsiasi tipo di informazione utile al raggiungimento dello scopo» si legge nell’intesa.
«Abbiamo riscontrato una convergenza dei nostri obiettivi – spiega Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto –. La nostra organizzazione, infatti, ha lanciato su scala nazionale il progetto “Agricoltura sociale” che mette insieme valorizzazione dell’agricoltura, attenzione al lavoro, equilibrio sociale e sostenibilità ambientale. Pensiamo che attraverso l’agricoltura si possa dare occupazione vera, contrastando l’isolamento e favorendo l’inclusione delle persone fragili e deboli, partendo appunto da chi oggi è ai margini del mondo del lavoro. La Chiesa e la Caritas, da parte loro, hanno promosso il progetto “Policoro” finalizzato a costruire delle opportunità per i giovani, aiutandoli a superare le difficoltà legate all’inserimento lavorativo. Ci muoviamo, quindi, pur nell’autonomia, su un percorso comune». E l’intesa richiama proprio il fatto che le parti «lavoreranno mettendo a disposizione le proprie competenze, professionalità e risorse umane».
Spiega l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, che è anche presidente della commissione Lavoro e Giustizia della Conferenza episcopale italiana: «Il convegno tenuto a Napoli nei giorni scorsi ha individuato un punto fondamentale: le diocesi devono impegnarsi a individuare varie prospettive per superare i drammi del non lavoro. Prospettive che, dopo essere state valutate, devono essere tradotte in proposte realiste. Non ricette magiche, ma proposte praticabili a partire da esperienze concrete che vedono i giovani già protagonisti nel campo dell’innovazione, dell’agricoltura di eccellenza, dell’artigianato, dei servizi alla persona, del turismo religioso e della tutela del patrimonio culturale. Dobbiamo puntare – rileva Santoro– al valore dell’impresa che ha come fine lo sviluppo delle persone e della solidarietà». Per l’arcivescovo di Taranto, più che continuare nelle «analisi dei mali del Sud, già abbondanti e conosciute, bisogna insistere sul racconto delle buone pratiche e sulle proposte, considerato che come Chiesa ci sta a cuore venire incontro al problema dell’occupazione giovanile nel Sud per rilanciare l’economia dell’intero Paese».
«Tutte le sedi di Confagricoltura della provincia di Taranto - spiega Lazzàro - saranno sportelli aperti dove i giovani che lo vorranno potranno accedere per acquisire anzitutto le informazioni utili per la costituzione di un’impresa “verde”, dall’accesso ai finanziamenti al Piano di sviluppo rurale, dalle agevolazioni per i giovani alle altre forme di sostegno previste. Un’azione di orientamento che potrà poi essere affiancata anche da una di accompagnamento, sia pure di base. Inoltre, attraverso il ricorso ad Agrijob, società partecipata da Confagricoltura, daremo anche un supporto a quanti, senza fare impresa, desiderassero invece lavorare nell’agricoltura».
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