Economia

Campania apripista di una rivoluzione industriale in Italia e nel Mezzogiorno

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i cento anni dell’unione industriale di napoli

Campania apripista di una rivoluzione industriale in Italia e nel Mezzogiorno

Era l’area dell’ex stabilimento Cirio. Oggi, in questa zona della periferia di Napoli, contrastano i vetri a specchio dell’Università Filippo II, nel grande complesso di San Giovanni a Teduccio. «Fabbrica del sapere», l’ha definita Vincenzo Boccia, sottolineando il messaggio di questa scelta: le «potenzialità del Mezzogiorno e del paese, in una società aperta che include periferie e università». È la «voglia di reagire» che emerge dal Centenario dell’Unione industriali di Napoli. Una celebrazione che va oltre i confini della città e della Regione: «Napoli e la Campania possono essere apripista di una rivoluzione industriale italiana e del Mezzogiorno», con la premessa che «il Sud è una questione nazionale e non dei meridionali» e che «il Mezzogiorno non è affatto un deserto industriale, ma ha bisogno di reagire, come tutto il paese», come ha sottolineato il presidente di Confindustria.

Un secolo alle spalle, con il futuro che si prospetta all’insegna dell’innovazione digitale. “Industria 4.0 e la nuova rivoluzione industriale”: è il titolo dell’evento di ieri. Per Boccia deve essere una «società 4.0», aperta ai giovani, che coinvolga le università, per costruire «insieme, all’insegna della corresponsabilità, un percorso in cui il paese cambia, nell’interesse stesso del paese».

È la crescita la priorità, «non un fine, ma la precondizione per combattere disuguaglianza e povertà». E non bisogna dimenticare che «siamo ancora in una fase di emergenza, vediamo un’inversione di tendenza, ma non ne siamo fuori. Invece è bene che lo ricordiamo, altrimenti c’è chi pensa che è tutto superato e siamo di nuovo alla ricreazione».

Bisogna invece fare i conti con «crescita, debito e deficit, rendere le imprese competitive». E Boccia ha mandato un messaggio «a tutti i segretari dei partiti: oltre a parlare di elezioni, bisogna tornare a parlare dei fondamentali dell’economia, non fa male al paese», ha detto tra gli applausi. Altrimenti si va «su una deriva di agenda che è importante ma non prioritaria. Torniamo ai fondamentali dell’economia reale, costruiamo una società 4.0, costruiamo un primato e un coraggio della politica», dove abbiano un ruolo anche i corpi intermedi e Confindustria sia un «ponte tra gli interessi delle imprese e quelli del paese».

La questione industriale va posta come grande questione nazionale, ha sottolineato Boccia. Riprendendo poi le parole di un protagonista del mondo imprenditoriale napoletano e non solo, Enzo Giustino, che in passato già metteva in evidenza un aspetto valido tuttora: «da soli possiamo fare tanto, ma da soli non ce la faremo». A chi sostiene che non ci sono le risorse, ha proseguito Boccia, «diciamo che la politica è fatta di scelte, è a saldo zero, non a costo zero. L’antipolitica è a costo zero, in politica bisogna decidere dove prendere le risorse e dove metterle».

Non accetteremo, ha detto il presidente di Confindustria, che «il sistema industriale arrivi alla paralisi. Dobbiamo reagire, proporre e costruire». Non deve «passare la nottata: le nottate non passano se non lo vogliamo, dobbiamo fare i conti con le nostre potenzialità. Ho l’orgoglio di rappresentare l’industria del secondo paese industriale d'Europa, la rabbia di essere i secondi sapendo di poter essere i primi al mondo, se non avessimo certe criticità».

Ben venga, ha aggiunto, la dichiarazione dei cinque ministri dello Sviluppo economico Ue che hanno riportato la questione industriale all’attenzione dell’Europa. Già a ottobre scorso «prima ancora che Trump vincesse le elezioni» la Confindustria italiana con quella tedesca, ha ricordato Boccia, ha ribadito ai governi l’importanza della questione industriale e che la partita «si gioca tra Europa e mondo esterno e non tra governi europei. Se pensiamo di rispondere a Trump con i neonazionalismi la partita è già persa in partenza».

Il piano Industria 4.0, il credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno sono elementi molto importanti per il presidente di Confindustria, che aumentano l’attrattività del nostro paese. E proprio pensando a Napoli apripista di una rivoluzione industriale italiana, Boccia ha annunciato che sarà proprio il presidente degli industriali napoletani, Ambrogio Prezioso, a coordinare un tavolo nazionale di Confindustria sulle aree metropolitane. Infine, rispondendo alla proposta del Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, di lavorare insieme contro gli ostacoli, il presidente di Confindustria ha dato la sua disponibilità ad un tavolo Regione-associazioni industriali. E se le proposte saranno condivise, potranno diventare «battaglie nazionali».

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