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Prezioso: «Napoli ha molte carte da giocare»

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i cento anni dell’unione industriali di napoli

Prezioso: «Napoli ha molte carte da giocare»

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«Nonostante tutto credo che la mia città ce la può fare», con queste parole di Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione industriali di Napoli, si è avviata a conclusione la due giorni promossa per la celebrazione dei cento anni dell’associazione partenopea.

«Napoli – ha argomentato Prezioso - ha importanti programmi di rigenerazione urbana da realizzare, anzi, tra i più importanti in Europa. E non può rimanere ancora bloccata». E non solo, ha grandi progetti europei, investimenti industriali, ricerca, la rivoluzione 4.0 da compiere, la valorizzazione dei giacimenti culturali.

«Molte le analogie – ha sottolineato Prezioso – con un secolo fa, quando l’Unione napoletana veniva fondata, prima territoriale del Sud». L’innovazione, per il presidente degli industriali di Napoli, è oggi come allora il motore di sviluppo per competere sul mercato globale. «Il nostro Paese – denuncia – registra ritardi nelle politiche di ricerca e sviluppo. Basti pensare che l’incidenza della spesa per ricerca e innovazione sul Pil supera di poco l’1%, ben al di sotto degli altri Paesi e dell’obiettivo del 3% da raggiungere entro il 2020. Al Sud questa spesa è più contenuta, ma chi non fa ricerca non mette le ali per volare».

Oggi, per l’imprenditore napoletano, che tra l’altro guida un tavolo in Confindustria sulle aree metropolitane, «ci sono strumenti normativi e finanziari nuovi che ci aiutano a ripartire». Contratti di sviluppo, iperammortamento, credito d’imposta, elenca Prezioso. Strumenti, precisa, messi a punto con la collaborazione di Confindustria.

«Con questi strumenti - aggiunge – dobbiamo appropriarci al meglio dell’industria 4.0, il che significa recuperare il gap con le aree forti del Paese, ricordando che siamo il secondo Paese manifatturiero d’Europa e che dalla manifattura si deve ripartire». In che modo? «Ci dobbiamo credere e dobbiamo agire attraverso un triangolo fortissimo – spiega – da realizzare nel Digital innovation hub: le Università, il mondo della ricerca e le imprese».

Restano non pochi problemi. L’eccesso di burocrazia per esempio. «Per avere un permesso di costruire, se hai la fortuna di essere sotto autorità varie, bacino, sovrintendenze, etc, puoi arrivare fino a 63 pareri – ricorda il presidente dell’Unione napoletana –. Ciò non è più sostenibile. Anche su questo fronte collaborando con il legislatore, forse, potremmo fare una semplificazione». Ma Napoli ce la farà? «Finora siamo stati bravi a fare progetti. Adesso deve partire la stagione del fare».

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