Il Governo, col vice ministro allo Sviluppo economico, Teresa Bellanova, avvia con i sindacati metalmeccanici il tavolo di confronto che, chiusa lunedì scorso la partita della cassa integrazione per 3.300 lavoratori, ora deve seguire i vari passaggi che porteranno alla cessione dell’azienda. Il dialogo è partito oggi proprio a Taranto, in un albergo della città, presente però anche l’ex premier Matteo Renzi. «Abbiamo ricevuto ieri sera sul tardi una telefonata dal vice ministro Bellanova che ci ha detto se eravamo disposti a fare un punto su Ilva anche con Matteo Renzi –racconta Antonio Talò, segretario Uilm Taranto –. Gli abbiamo detto sì portando però con noi all’incontro anche i delegati».
«Renzi – dice Valerio D’Alò, segretario Fim Cisl Taranto – ha subito premesso: non vengo da ex presidente del Consiglio, nè da segretario Pd dimissionario. Vengo per confrontarmi con voi e soprattutto per ascoltare e capire, tenendo conto che il mio Governo si è anche molto impegnato per Taranto e per l’Ilva».
«A Bellanova e Renzi – sottolinea Talò – abbiamo detto che va bene aver definito la questione della cassa integrazione e messo in sicurezza sia il posto di lavoro che la retribuzione dei lavoratori. Ma se ora le nuove cordate industriali pensano che ci debbano proporre degli esuberi, noi non ci siamo, lo mettiamo subito in chiaro».
«Se dovesse esserci un problema di forza lavoro, possiamo discuterne – aggiunge Talò – ma con un quadro di strumenti e di interventi possibili. Per esempio, molti lavoratori dell’Ilva vantano un’esposizione all’amianto. Questo consente di fare delle uscite anticipate e agevolate. Ecco, potrebbe essere una delle possibilità da usare nel caso in cui dovessero configurarsi un organico diverso dall’attuale, ma un taglio della forza lavoro senza paracadute non l’accettiamo».
«Abbiamo chiesto a Bellanova e Renzi che novità ci sono per la cessione – aggiunge D’Alò – e il vice ministro ci ha affermato che i tempi per la presentazione delle offerte restano confermati: domani. Da domani in poi, dunque, si entra nel merito». «Ma abbiamo anche sottolineato – riferisce Talò – che per noi la cordata AcciaItalia ci offre maggiori garanzia anche perchè insieme a soggetti industriali come Jindal e Arvedi, c’è anche Cassa Depositi e Prestiti».
Talò riferisce che Renzi ha risposto dicendo «che la partita è aperta e che sono in campo due colossi» riferendosi appunto ad Arcelor Mittal che è in AmInvestco e a Jindal che si trova invece in AcciaItalia. «Da premier ho incontrato entrambi – ha detto Renzi secondo la versione fornita dai sindacalisti – e ho detto loro che per il Governo era certo prioritario il risanamento ambientale, ma anche la necessità di tornare a fare dell’Ilva una fabbrica che produce e compete sul mercato e si apre anche in un rapporto nuovo con la città. Un’impostazione – avrebbe detto Renzi secondo il racconto fornito dai sindacati – che entrambi i contendenti hanno condiviso».
I sindacati hanno dato notizia del confronto con Bellanova e Renzi in un comunicato unitario dove si chiede anche «la valutazione della possibilità di effettuare rilievi mirati al riconoscimento di danno sanitario» alla luce dei nuovi piani ambientali.
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