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Il ponte girevole di Taranto perde i pezzi. Comune e Marina vogliono rifarlo

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Il ponte girevole di Taranto perde i pezzi. Comune e Marina vogliono rifarlo

(Olycom)
(Olycom)

Il Comune di Taranto e la Marina Militare vogliono portare al Tavolo istituzionale Taranto – che domani a mezzogiorno si riunisce in Prefettura presieduto dal ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti – il problema del ponte girevole. Costruito nel 1958 per unire il centro della città alla parte antica scavalcando il canale navigabile, ma anche Mar Grande a Mar Piccolo, il simbolo di Taranto mostra segni evidenti di sofferenza. Nei giorni scorsi sono crollati, finendo nelle acque del canale dove ogni giorno transitano barche e altri mezzi navali, alcuni pezzi staccatisi dal marciapiede del ponte. Un campanello d’allarme quindi.

Anche se allo stato non ci sono rischi di staticità. E anche se il ponte non si apre più come in passato per consentire il passaggio delle navi della Marina, avendo quest’ultima trasferito da tempo la sua flotta nella base di Mar Grande. «Per evitare che la situazione del ponte girevole peggiori – dichiara il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno –, d’intesa con la Marina vogliamo porre la questione al Tavolo istituzionale che segue il Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto. L’avevamo accennato tempo fa ma adesso il problema si è ripresentato con urgenza. Il ponte girevole è di competenza statale e le ipotesi che vogliamo approfondire sono due: o un nuovo ponte girevole oppure una manutenzione strutturale dell’esistente, tenuto conto che sinora si sono fatti solo interventi tampone. Nel primo caso, si tratterebbe di spendere circa 3,5 milioni di euro, nel secondo, invece, 1,5. Nell’immediato, intanto, per evitare che crollino altri pezzi di asfalto, il Comune farà una manutenzione immediata».

E domani, intanto, al Tavolo istituzionale con De Vincenti dovrebbe approdare l’intesa definita tra Autorità portuale e Marina Militare con la quale quest’ultima cede all’Authority la banchina della stazione torpediniere. Si tratta di 750 metri di molo in Mar Piccolo dove la Marina ha attraccato le sue navi prima che ci fosse la nuova base in Mar Grande. Una volta che il Tavolo istituzionale darà il via libera all’intesa, si potrà passare all’accordo di programma e alla condivisione allargata dell’iniziativa. La trasformazione dell’ex banchina torpediniere in punto di approdo per la nautica da diporto e gli yacht è uno dei progetti che sarà finanziato dal Contratto istituzionale di sviluppo gestito da Palazzo Chigi ed è finalizzato alla riqualificazione di Taranto. Al momento, c’è uno studio di fattibilità dell’Authority che prevede interventi per circa 30 milioni tra ristrutturazione della banchina e dei capannoni che sono a monte. Benché inizialmente fosse stata prevista la possibilità di far attraccare qui anche le navi da crociera, si è scelto poi di privilegiare la nautica da diporto, lasciando invece alle navi – le prime, della compagnia Thomson Cruises, arriveranno a Taranto a maggio – l’attracco al molo San Cataldo, in area portuale, dove peraltro sono in corso i lavori di costruzione del centro servizi che sarà anche stazione marittima. L’opera dovrebbe essere terminata nei prossimi mesi.

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