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Lavoratori introvabili: a Padova una “Rete Metalmeccanica” per…

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Lavoratori introvabili: a Padova una “Rete Metalmeccanica” per i profili più richiesti

In Veneto, a fronte di 27.810 assunzioni programmate nel primo trimestre 2017, un lavoratore su quattro è di difficile reperimento (25,5% - fonte: Unioncamere-Excelsior), ma si arriva a picchi oltre il 45% per addetti a lavorazione dei metalli e macchinari. Saldatori, fresatori, manutentori di carpenteria, presso-piegatori, addetti al controllo numerico: tutti profili richiestissimi dalle imprese dell'Alta Padovana, ma non si trovano.

Proprio in quest’area nasce una risposta al paradosso: si chiama Rete per la Metalmeccanica il progetto “di territorio” promosso da Confindustria Padova attraverso la delegazione di Cittadella in partnership con Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Enaip Veneto, Tempor Agenzia per il lavoro, LM Space e Sapi, per favorire l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro e la formazione di profili specializzati nella metalmeccanica, in grado di inserirsi subito in azienda. Un comparto che nell’Alta Padovana conta 1.684 imprese con 18.265 addetti, pari a un terzo della metalmeccanica provinciale (32,8%) e al 38,3% degli occupati.

La prima fase del progetto riguarda la formazione di 15 addetti alla saldatura: si rivolge a inoccupati e disoccupati residenti in provincia, beneficiari e non di sostegno al reddito. I selezionati frequenteranno 200 ore di formazione (disegno tecnico base e avanzato, lavorazione meccanica, saldatura) gestite da Tempor in collaborazione con Enaip Veneto nei laboratori del Centro servizi formativi Enaip di Cittadella. Quindi la somministrazione di lavoro per tre mesi in aziende dell’Alta con possibilità di ulteriore specializzazione o inserimento in azienda. Per le imprese che assumeranno i candidati (con Isee inferiore a 20mila euro) è prevista una dote-lavoro finanziata dal Fondo straordinario di solidarietà per il lavoro della Fondazione Cariparo fino a 2.500 euro per il tempo determinato, fino a 3.500 euro per il tempo indeterminato.

Le domande di pre-iscrizione dovranno pervenire entro il 30 marzo 2017. Dopo l’addetto alla saldatura, i prossimi progetti riguarderanno addetti al controllo numerico, fresatori, ma anche manager e quadri.

«In una situazione di nuovo dinamismo, l'esigenza nell'Alta Padovana è dare risposta concreta alla necessità di profili tecnici adeguati - dichiara Luigi Bernardi, presidente della Delegazione Confindustria Cittadella - ma anche opportunità di riqualificazione a chi, a seguito di crisi aziendali, è temporaneamente uscito dal mercato. La Rete per la metalmeccanica è il risultato di una filiera virtuosa fra pubblico e privato per aiutare la manifattura a ripartire valorizzando l'enorme patrimonio umano e di competenze del territorio. La Rete è aperta alla partnership delle Amministrazioni locali, sia per la promozione che per la segnalazione di candidati motivati. È un esempio di progettualità di territorio sulla formazione per il lavoro che è una priorità assoluta e che speriamo possa essere adottato a livello provinciale e regionale».

Con questo progetto «le politiche attive del lavoro partono dal territorio e trovano risposta grazie alla condivisione di tutti gli attori - sottolinea Roberto Reffo del Direttivo -. Con la regia di Confindustria Padova siamo riusciti a fare sintesi, ottimizzare i costi e dare risposta a persone in cerca di lavoro e ad imprese pronte ad assumere. Il punto di approdo è un welfare territoriale sostenibile, che vede l'azienda protagonista accanto alle istituzioni. Un modello operativo, non assistenziale, ma attento al contesto sociale e produttivo del territorio».

Per Fondazione Cariparo, «la Rete è il tassello di un nuovo welfare generativo, per aiutare le persone attraverso il territorio e le sue imprese, che si fanno così strumento di solidarietà sociale. Dal 2009 ad oggi il Fondo straordinario di solidarietà per il lavoro della Fondazione ha stanziato 40 milioni di euro aiutando, con borse-lavoro, voucher e dote-lavoro, oltre 12mila persone tra Padova e Rovigo che a seguito della crisi si sono trovate a perdere il lavoro senza disporre di altri sostegni. La maggior parte aveva tra i 40 e i 65 anni, e grazie a percorsi di riqualificazione come questo ha potuto iniziare nuove esperienze professionali».

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