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Linee in fibra raddoppiate in Italia: a quota 2,33 milioni

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Linee in fibra raddoppiate in Italia: a quota 2,33 milioni

Crescita delle linee “ultraveloci” ma anche aumento sostenuto delle sim M2M (machine-to-machine), quelle cioè che danno la possibilità di connettere gli oggetti fra loro e usate dall’automotive (black box) ai controlli sulla logistica, alle applicazioni in campo energetico (lampioni intelligenti o contatori intelligenti), alla domotica. I dati dell’Osservatorio trimestrale Agcom restituiscono dal punto di vista generale l’immagine di due mercati, quello della banda ultralarga e del mobile di ultima generazione, in movimento.

Certo, recuperare i ritardi del sistema Italia non è cosa da poco e quindi è inevitabile considerare le due facce della medaglia: aumento sì, ma anche una dotazione da migliorare, e molto. È anche vero però che in un anno le linee ultraveloci sono aumentate di 1,1 milioni, attestandosi a quota 2,33 milioni.

Questo numero rappresenta gli accessi con velocità pari o superiore a 30 megabit per secondo (Mbps) in download, appunto quello che si considera banda “ultralarga”. Di suo, questi 2,33 milioni rappresentano il 14% dei 15,56 milioni di linee broadband e l’11% degli accessi diretti di rete fissa (20,3 milioni). Dall’altra parte però, estendendo l’ambito di osservazione alle linee che garantiscono una velocità di connessione commercializzata fra i 10 e i 30 Mbps, gli accessi broadband, fra banda larga e ultralarga, superano quota 8 milioni. E qui la percentuale si fa più interessante, con un peso delle linee broadband superiore al 50% del totale accessi a banda larga (ci sono infatti 7,49 milioni di accessi con velocità inferiore ai 10 Mbps) .

In questo quadro è anche interessante notare che alla crescita annua di 1,1 milioni delle linee con velocità oltre i 30 Mbps, nel 2016 si aggiunge l’aumento di oltre 2 milioni di linee con velocità compresa fra 10 e 30 Mbps, a fronte di un calo di oltre 2,5 milioni degli accessi con velocità inferiore ai 10 Mbps.

Insomma, tendenze di segno opposto ma tutte confluenti verso l’indicazione di un mercato in trasformazione in cui Fastweb è diventato il secondo operatore broadband (15,1% di quote), dopo Tim (45,9%) e prima di Wind (14,5%) e Vodafone (13,6%). Sopra i 30 Mbps il 92% degli abbonati – si legge nel Rapporto Agcom – è rappresentato da Tim, Fastweb e Vodafone.

Quanto al mobile, le linee (arrivate a quota 98,2 milioni totali) sono cresciute su base annua di 1,3 milioni, con crescita di 3 milioni delle sim M2M. Negli ultimi cinque anni la consistenza delle sim “machine-to-machine” è così passata da 5 milioni a 12,2 milioni, a fronte di una riduzione di quasi 1,7 milioni di sim tradizionali.

Nel complesso, Wind Tre è ormai il nuovo leader di mercato perché mettendo insieme i dati di Wind e 3, che nel frattempo si sono fuse, si arriva al 33,1% di quota, con Wind al 22,1% (-0,7%) e la ex 3 Italia a 11% (+0,6%). Tim è subito a ruota (30,2%; -0,8%), seguita da Vodafone (29,4%; +0,7%). Gli Mvno (gli operatori virtuali sui quali Poste Mobile fa la parte del leone), pesano per il 7,3% del totale

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