Invitalia, Regione Puglia e Comune di Taranto hanno già insediato il gruppo tecnico di coordinamento che lavorerà al piano per la città vecchia, 60 giorni sono ora dedicati alla discussione pubblica sulle tre proposte vincitrici, dopodiché si definiranno gli interventi e l’obiettivo è di aprire i primi cantieri a fine 2018. Dopo la premiazione dei vincitori del concorso internazionale di idee sul recupero della città vecchia, iniziativa lanciata da Governo e Invitalia nell’ambito del Contratto istituzionale di sviluppo per Taranto, scatta adesso la nuova fase.
I premiati sono stati “Mate Società Cooperativa” (primi classificati), “Stefano Boeri Architetti srl” (secondi) e “Studio Bargone Architetti Associati” (terzi). Inoltre, le proposte di “Mario Cucinella Architects srl” e “Ove Arup & Partners International Limited” sono state premiate con una menzione speciale della commissione valutatrice. Il concorso ha registrato 100 manifestazioni di interesse, 46 candidature e 20 gruppi ammessi alla valutazione finale da cui sono poi scaturiti i 3 vincitori. Hanno lavorato oltre 500 professionisti tra italiani e stranieri, 160 studi, 250 consulenti più altri 100 giovani professionisti. Sia Invitalia che il ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, parlano di «importante risultato in termini di adesione e partecipazione» che adesso, però, va canalizzato in un lavoro concreto per rendere possibile la rigenerazione urbana della città vecchia di Taranto, un’isola circondata dal Mar Piccolo e dal Mar Grande e unita al resto dell’area urbana da due ponti: quello girevole e quello di pietra.
E proprio questa specificità della città vecchia di Taranto, ovvero essere circondata dal mare, anzi dai due mari di Taranto, ha ispirato molto i progettisti vincitori. Boeri, per esempio, vede in questa caratteristica una vera e propria “piazza d’acqua” da mettere a disposizione di Taranto. Ma non solo con finalità sociali e urbanistiche, come, ad esempio, la riqualificazione di tutto il fronte mare, ma anche in chiave ecologica e di risanamento ambientale con la messa a dimora di piante per la fitodepurazione dell’acqua. Bargone, invece, si sofferma tra l’altro sulla possibilità di utilizzare gli otto pontili che si affacciano su Mar Piccolo e riprende un tema già posto, molti anni fa, nel piano di recupero Blandino, commissionato dal Comune, ovvero quello di eliminare dalla Città vecchia l’edilizia ritenuta incongrua con la storia dell’isola. Mentre Mate fa discendere gli interventi per la città vecchia dal trittico ambiente, salute e qualità della vita, proponendo pedonalizzazione di alcuni percorsi, mobilità sostenibile, riqualificazione urbana e interventi ambientali tra aree verdi e bonifiche dei luoghi.
I professionisti di Mate stimano anche i costi: 550 milioni di euro secondo un cronoprogramma in quattro fasi pluriennali a partire dal 2017. Le risorse, per Mate, andrebbero individuate tra housing sociale, fondi regionali ed europei e Contratto di sviluppo per Taranto, che ha riassegnato all’area circa 880 milioni di vecchi fondi non spesi, di cui più della metà, secondo numeri forniti dal ministro De Vincenti, adesso spostati su interventi in esecuzione.
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