È uno dei settori manifatturieri più rappresentativi del made in Italy nel mondo e a tutto il mondo, ben oltre i confini ormai stretti dell’Europa, guarda per tornare a crescere ora che, dopo anni di difficoltà e cali della produzione, sembra finalmente aver agganciato la ripresa.
L’industria italiana dell’arredo-design arriva alla 56esima edizione del Salone del Mobile di Milano – che inaugura oggi alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella – forte di una produzione in crescita per il secondo anno consecutivo (+2,3% a fine 2016), con un exploit del mercato interno (+3,1%, grazie soprattutto al bonus mobili) e la conferma della dinamicità dei mercati esteri, vero motore dello sviluppo negli anni di recessione.
Di tutto questo è insieme specchio e strumento il Salone del Mobile, la più grande fiera internazionale del settore, con oltre 2mila espositori (per un terzo dall’estero) e 300mila visitatori attesi da 165 Paesi. È un appuntamento immancabile per le aziende italiane del comparto (un universo di 29mila imprese e 131mila addetti), ma anche una grande occasione di business per la città di Milano, che per l’occasione ospita quasi 1.500 eventi del cosiddetto «Fuorisalone» e dove sono in arrivo circa 400mila persone, che genereranno un indotto turistico di quasi 230 milioni di euro. Per questo sono in corso trattative serrate tra il Comune meneghino e i rappresentanti sindacali dell’Atm (l’azienda di trasporto pubblico cittadina), con l’obiettivo di evitare lo sciopero indetto dai lavoratori per domani mattina.
Le imprese temono il contraccolpo sui 200mila operatori e buyer in arrivo dall’estero. Alcuni dati (elaborati da FederlegnoArredo) aiutano a comprendere la vocazione internazionale dell’arredo-design: le esportazioni hanno raggiunto nel 2016 i 10,3 miliardi di euro (+1,6% sul 2015), ovvero il 51,3% della produzione complessiva (20 miliardi). E i primi mesi del 2017, stando al sentiment degli imprenditori, hanno registrato un ulteriore incremento. Il settore inoltre ha un saldo commerciale positivo per 8 miliardi: uno dei più alti del manifatturiero italiano e il più elevato tra i principali Paesi esportatori di mobili (con l’eccezione della Cina).
In fiera si attende una nutrita presenza di operatori esteri (l’anno scorso furono oltre il 70%), dice il presidente di FederlegnoArredo (che organizza e gestisce la fiera), Emanuele Orsini, soprattutto dai Paesi più dinamici. Oltre la metà delle esportazioni italiane di mobili è infatti destinata ancora ai Paesi dell’Unione europea ma, come spiega il presidente di Assarredo Claudio Feltrin, «l’Europa andrebbe ormai considerata tutta, insieme all’Italia, come un mercato domestico». Le opportunità più interessanti provengono dai Paesi più lontani, emergenti o comunque fortemente dinamici, che richiedono investimenti e strategie commerciali ad hoc, con progetti a lungo termine.
Gli Stati Uniti, innanzitutto, che l’anno scorso sono saliti sul podio dell’export di arredo made in Italy, conquistando il terzo posto (alle spalle di Francia e Germania) con 912 milioni di valore esportato, +8,8% sul 2015. Nuovi dazi permettendo, il mercato Usa ha un significato strategico per le aziende del comparto. Altro obiettivo prioritario è la Cina, diventato il settimo mercato di sbocco dei mobili italiani nel 2016, con esportazioni per 317 milioni di euro, il 21,9% in più dell’anno precedente.
Il ruolo del Salone del Mobile, in questa prospettiva di internazionalizzazione, è fondamentale e per questo, sottolinea il suo presidente Claudio Luti, «occorre investire e lavorare tutti insieme affinché Milano e il suo Salone rimangano l’unico luogo in cui è necessario essere presenti per conoscere le novità e il meglio della creatività».
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