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Slitta a luglio la valutazione dell’offerta di Sider Alloys per…

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Slitta a luglio la valutazione dell’offerta di Sider Alloys per l’Alcoa di Portovesme

L’attesa cresce. E per conoscere le novità sul futuro dello stabilimento Alcoa di Portovesme ci sarà ancora da attendere. Almeno sino al 14 luglio, quando scadrà la proroga dell’offerta di acquisto irrevocabile presentata il 13 marzo scorso da Sider Alloys, il gruppo svizzero che si occupa della commercializzazione di prodotti metallurgici e siderurgici con filiali in Asia, nord e sud America e Africa. Nella seconda metà di aprile Invitalia, l’agenzia nazionale per l’attrazione di investimenti e sviluppo d’impresa, soggetto che si deve occupare del passaggio dello stabilimento di Portovesme dall’Alcoa ai nuovi investitori, (bloccando nel frattempo, e per un anno, il piano di smantellamento che la multinazionale statunitense aveva annunciato per il polo del Sulcis) ha chiesto al gruppo svizzero di prorogare l’offerta sino al 14 luglio.

Una richiesta motivata dal fatto che sono in fase di completamento le verifiche, attualmente in corso, relative ad alcune attività amministrative. In corso, inoltre, ci sarebbe la due diligence che il gruppo italiano impegnato nel settore dell’automotive sta portando avanti dopo la formulazione della manifestazione di interesse.

Tra i sindacati e i lavoratori in presidio permanente davanti allo smelter, macchina industriale con una produzione media di 155mila tonnellate di alluminio primario e un fatturato di 580 milioni di euro ferma dall’ottobre del 2012, c’è comunque preoccupazione.

«Non possiamo non essere preoccupati - spiega Rino Barca, segretario regionale della Fsm Cisl – perché questo rinvio significa dilatare una vertenza troppo lunga di cui si hanno poche informazioni». Per il rappresentante dei metalmeccanici sardi della Cisl «è necessario che si esca dall’incertezza e che venga convocato al più presto, anche in call conference, un incontro chiarificatore».

Legato alla cessione dello stabilimento e quindi al programma di riavvio degli impianti, c’è anche il problema degli ammortizzatori agli sgoccioli. «Il 31 dicembre a circa 300 lavoratori diretti scade la mobilità giunta al terzo anno, problema che riguarda altrettanti lavoratori delle imprese d’appalto – dice Renato Tocco della Uil – solo un centinaio potrà beneficiare del quarto anno. Ma per tutti gli altri c’è il vuoto. Oltre al fatto che lo smantellamento degli impianti è stato sospeso non cancellato».

Da qui la necessità di rilanciare la mobilitazione. «Sappiamo bene che con l’arrivo dell’estate tutto si ferma o subisce un rallentamento – prosegue – ma alla luce delle scadenze e degli impegni presi, non possiamo permetterci di perdere altro tempo. Per questo motivo già dai prossimi giorni si decideranno le azioni da intraprendere».

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