Battuta d’arresto ad aprile per l’export extra-Ue, penalizzato comunque nel dato annuo dalla presenza di un calendario meno favorevole. In termini tendenziali l’Istat registra un calo del 3,7%, che tuttavia si trasforma in una crescita vicina ai tre punti correggendo i dati per effetto del diverso numero di giornate lavorative.
La frenata è visibile anche su base mensile, un calo del 4,9% rispetto ad un mese di marzo particolarmente brillante, con crescite a doppia cifra in quasi tutte le aree extra-Ue.
In termini geografici a pesare è soprattutto il calo degli Stati Uniti, una frenata del 9,6% che interrompe il trend positivo del 2017. Male anche Svizzera, Turchia , Africa settentrionale e soprattutto i paesi dell’Opec, i cui acquisti si contraggono del 17,6%.
Segnali positivi continuano ad arrivare dall’area dei Brics, con un progresso del 13, 6% in Russia e una crescita ancora visibile, seppure inferiore a quella concretizzata nella prima parte dell’anno per Cina (+5,6%) e India (+0,9%).
Segnali di rallentamento anche per le importazioni, in crescita del 4,1% soprattutto per effetto dell’energia (+31,2%), mentre beni di consumo e strumentali cedono terreno.
L’avanzo commerciale del mese è pari a 2,55 miliardi di euro, in discesa di oltre un miliardo rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.
Nonostante la frenata di aprile resta ampiamente positivo il bilancio dell’export extra-Ue dei primi 4 mesi dell’anno, con un progresso dell’8% determinato da crescite in tutte le aree del globo, ad eccezione del Medio Oriente.
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