L’Oscar europeo all’innovazione, ai brevetti e alla ricerca? Quest’anno a vincere c’è anche un italiano. Anzi, il padre delle più moderne generazioni di vaccini.
Il 65enne microbiologo senese, Rino Rappuoli, ha ricevuto questa mattina, nella suggestiva cornice dell’Arsenale di Venezia, lo European Inventor Award per il Lifetime Achievement.
Gli European awards sono i premi che, ogni anno, Epo (l’Ufficio europeo per i brevetti) assegna alle migliori innovazioni: si va dai veri e propri brevetti industriali alla ricerca scientifica, dai patents registrati dalle sole Pmi ai “premi alla carriera”. Il premio – appunto – ottenuto da Rappuoli, i cui vaccini, basati sulla genomica e sviluppati a Siena, sono ormai somministrati di routine a milioni di persone nel mondo. A lui si devono le prime immunizzazioni di massa che hanno quasi azzerato i casi di difterite, meningite batterica e pertosse nei Paesi avanzati.
La Cerimonia di premiazione si è tenuta all’Arsenale di Venezia – forse la prima “fabbrica di innovazione” dell’Occidente, alla presenza di 600 personalità eminenti nel mondo del business, della politica, della proprietà intellettuale, della scienza e della ricerca – ed è stata aperta dal Presidente dello European Patent Office, Benoît Battistelli, e dal Ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda.
I vincitori sono stati proclamati da una giuria internazionale indipendente, presieduta dall’imprenditore italiano Mario Moretti Polegato, che ha selezionato – fra 450 inventori e team – tre finalisti per ciascuna delle 5 categorie del Premio. «I vaccini di Rappuoli – ha sottolineato Battistelli – hanno salvato la vita di milioni di persone nel mondo, hanno sconfitto diverse malattie e hanno creato un nuovo metodo per la creazione di vaccini»
Il personaggio
Negli anni ’90 Rappuoli e i suoi collaboratori hanno completamente cambiato il processo di sviluppo dei vaccini. Fino a quel momento il processo seguiva il concetto adottato da Louis Pasteur intorno al 1880: i medici iniettavano versioni “attenuate” o “inattivate” dell’agente patogeno, permettendo al sistema immunitario di riconoscerlo e preparare una difesa. Cambiando l’approccio, Rappuoli ha applicato l’ingegneria genetica per creare degli ibridi che contengono proteine e parte del Dna del batterio, in modo da “attirare l’attenzione” del sistema immunitario.
Il primo “vaccino coniugato” contro la pertosse è divenuto una immunizzazione standard in Italia nel 1993. Per sviluppare quello contro la meningite C, Rappuoli ha invece contattato il pioniere della genomica, Craig Venter, chiedendogli di sequenziare il Dna del batterio. Entrata nelle campagne di vaccinazione in Regno Unito, l’immunizzazione l’ha eradicato.
«Ho passato gran parte della mia vita lavorando in centri di ricerca aziendali, così ho potuto andare superare gli ostacoli burocratici e trasformare le scoperte in prodotti reali che possono avere un impatto sulle persone»ha detto il microbiologo, che per sostenere le vaccinazioni nei Paesi poveri e privi di risorse ha fondato il Novartis Vaccines Institute for Global Health, un’organizzazione senza fini di lucro che sviluppa vaccini per i Paesi in via di sviluppo. Come Chief Scientist della multinazionale farmaceutica GlaxoSmithKline (GSK) Vaccines, Rappuoli sta preparando immunizzazioni contro il virus sinciziale respiratorio, il citomegalovirus e altre malattie infettive. E ha concluso: «Credo che nel mondo non esista un lavoro più bello del mio».
Il ministro Calenda
Alla premiazione è intervenuto anche il ministro per lo Sviluppo economico, Carlo Calenda, che ha detto: «Le Pmi italiane non sfruttano le potenzialità offerte loro dall’innovazione e compito del Governo è accompagnarle su questa strada, anche con Industria 4.0. Questa è la terra delle Pmi, ma il numero delle domande di brevetti non riflette questa situazione».
Calenda ha anche sottolineato che «dobbiamo spiegare alle Pmi come sfruttare processi più strutturati e i brevetti, e i vantaggi dell’innovazione. Primo fra tutti Industria 4.0».
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