
Si riparte. Dopo lo stop apparente di aprile, determinato in realtà dalla presenza di un calendario sfavorevole, a maggio l’Istat registra l’ennesimo scatto a doppia cifra per l’export extra-Ue, in progresso su base annua del 13,9%, del 2,2% in termini mensili destagionalizzati.
Una crescita che riguarda tutte le tipologie di beni, e che anche al netto dell’energia si conferma solida per la parte strettamente manifatturiera, in crescita del 13,2%.
Una pervasività dei progressi che si conferma anche in termini geografici, con un solitario segno meno rappresentato dalle vendite verso l’Africa settentrionale, a cui si contrappongono solide performance altrove.
A cominciare dagli Usa, prima mercato di sbocco extra-Ue per l’Italia, con Washington ad incrementare gli acquisti del 16%, in decisa accelerazione rispetto alla media dei primi quattro mesi dell’anno. Così come in accelerazione evidente risultano la Cina, in progresso del 35,3% e l’India (+19,5% nel mese, più del doppio rispetto alla media precedente).
L’altra conferma confortante è in arrivo dalla Russia, con le commesse di made in Italy in crescita ancora una volta a doppia cifra: +26,7% a maggio, +24% nel bilancio dall’inizio dell’anno.
In cinque mesi l’export extra-Ue lievita così in termini assoluti fino a sfiorare gli 80 miliardi di euro, quasi sette in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Marcata anche la crescita delle importazioni (+22,3%), anche in questo caso risultato di un progresso diffuso a tutti i comparti produttivi.
Una corsa che determina una frenata dell’avanzo commerciale, sceso nel mese a 2,68 miliardi, dai 3,2 di maggio 2016.
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